“Emma Bonino sarebbe una candidata molto buona al Quirinale”. A dirlo ai microfoni di Radio Anch’io era stato il presidente del Consiglio Mario Monti, salvo poi riassestare il tiro a Repubblica.it che chiedeva una conferma: “Io un candidato ce l’ho: non è donna e conosce bene quel palazzo dove ha esercitato l’altissima funzione di presidente ed è Giorgio Napolitano. Ne voterei la riconferma con vera gioia”. Dalle frequenze di Radio Anch’io il professore aveva parlato a lungo del prossimo presidente della Repubblica, aggiungendo di non aver la minima intenzione di occupare quel ruolo: “In questa materia l’autovalutazione non è buon esercizio. Certo, non credo di aver fatto tutto il possibile per ingraziarmi quelli che parteciperanno all’elezione…”.



Monti ha svelato anche alcuni retroscena: “Non mi è stato proposto, tuttavia personalità molto autorevoli della politica nei ragionamenti con me valutavano questa ipotesi. Più d’uno”. E ha aggiunto: “Mi dicono che se io me ne stessi tranquillo sarei tra i più accreditati a diventare Presidente della Repubblica. Ho fatto una grande rinuncia e non ho idea se ci siano ancora delle possibilità”. Poi Mario Monti ha parlato dei suoi rivali e dei possibili scenari post elezione. A chi gli ha chiesto un parere su Grillo ha risposto: “È difficile governare con Grillo, ma è difficile governare senza i suoi elettori”.



Secondo Monti, che risponde a una domanda del direttore del Gr Rai Antonio Preziosi, “quello delle piazze è un importantissimo serbatoio che Grillo riempie anche con funzione utile di segnalazione di rabbia e insoddisfazione per la politica tradizionale; ma è una protesta da cui è difficile vedere emergere una proposta. Grillo potrebbe essere un ministro tecnico, i suoi candidati non so valutare che tipo di approccio di governo possano avere ma la forza di Grillo sono gli elettori che lo voterebbero”.

Sui diretti avversari, Berlusconi e Bersani, il professore ha detto: “Il primo ha fatto tante promesse che dice di aver mantenuto, ma gli italiani sanno che non è così, mentre Bersani credo che possa governare molto bene, ma al di là dei ministeri che ha retto in passato, anche lui non è comprovato e dovrà essere comprovato come presidente del Consiglio”. Immediata la precisazione a Repubblica Tv: “Non si tratta di una dichiarazione di alleanza né di dialogo in vista di alleanza. Non c’é nessun dialogo in corso. Né endorsement o benedizioni di cui Bersani non ha bisogno da parte mia”.



E poi una domanda, mentre era ospite a Radio Anch’io, sulla sua partecipazione ad una grande coalizione qualora dalle urne non uscisse la maggioranza netta: “Difficile dirlo a priori. Come Scelta civica vorremmo governare con coloro che pur avendo orientamenti diversi su altri temi fossero però d’accordo nell’ impegnarsi a fondo per aggredire tutte quelle barriere che impediscono all’economia italiana di diventare più dinamica e quindi più equa”. Ha anche specificato che “la grande coalizione è qualcosa che in fondo è stato in corso in Italia negli ultimi 14 mesi. Credo che sia necessaria quando si identificano obiettivi molto difficili da raggiungere, come un’emergenza finanziaria pesantissima. Altri casi potrebbero essere quelli in cui si decidesse di risolvere davvero il problema del lavoro, specie per tanti giovani. Ci vorrebbe uno stato d’animo adatto, bisognerebbe dare più importanza ai problemi e meno agli interessi della propria parte politica”.

Tornando, invece, ai nomi che compongono la sua lista civica, il professore ha sottolineato che: “Con Casini e Fini ci vediamo poco, ci sentiamo spesso. Pranzi ormai roba del passato. Sui contenuti assolutamente sulla stessa linea. Va tutto benissimo”. E ha aggiunto: “Non saranno nuovi nomi ma sono quelli che hanno individuato prima di tutti i grossi limiti del bipolarismo italiano conflittuale”. Un’ultima battuta dedicata alla decisione di scendere nel campo della politica: “Era una scelta non nel mio interesse personale: lo sapevo allora e lo so ora. Sono ancora più convinto di prima che la politica sia un luogo alto”.