Da Romano Prodi, ricomparso a sorpresa domenica scorsa a Milano durante un comizio a favore di Ambrosoli, fino a Emma Bonino, recentemente definita da Mario Monti “una candidata molto buona al Quirinale”, ma si parla anche di D’Alema, Dario Fo e perfino della Finocchiaro. Conclusa l’esperienza di Giorgio Napolitano, il quale ha da poco confermato di non ritenere ipotizzabile una riproposizione del suo nome per la presidenza della Repubblica, continuano a rincorrersi voci e indiscrezioni su chi sia al momento il candidato più accreditato per salire al Colle. Secondo il giornalista e scrittore Fabrizio Rondolino, il quale giudica corretta la decisione di Napolitano, al momento nessun nome risulta effettivamente probabile.



E’ quindi d’accordo con la scelta di Napolitano?

E’ stato sicuramente un gesto molto saggio e sensato. L’idea di prolungare l’esperienza di Napolitano rappresenta solamente lo specchio di una incertezza generale che sta caratterizzando questo particolare periodo politico.

Si riferisce in particolare all’incertezza su ciò che produrrà l’esito del voto?



Sembra ormai praticamente certo che queste elezioni non serviranno a nulla e che dalle urne non verrà fuori alcuna maggioranza politica. E’ quindi chiaro che nell’idea di affidare nuovamente la presidenza della Repubblica a Napolitano c’è anche l’idea che ci debba essere sempre qualcuno pronto e capace a togliere la castagne dal fuoco alla politica italiana. Napolitano, giustamente, ha fatto sapere che la sua opera è conclusa e si è chiamato fuori.

Cosa pensa del dibattito in corso, a pochi giorni dal voto, riguardo il prossimo Capo dello Stato?

Si tratta di un dibattito piuttosto insolito. Questa classe politica, pur avendo avuto molto tempo a disposizione, non è stata capace di rigenerarsi e di proporre un’offerta politica capace di affermarsi. Adesso, a tre giorni dalle elezioni, si apre un dibattito surreale sul presidente della Repubblica, ma credo che a riguardo non possano che esserci due possibilità.



Quali?

Il Capo dello Stato verrà eletto o con i voti del Movimento 5 Stelle (e quindi sarà Grillo a decidere), oppure con i voti congiunti di Pd e Pdl, e quindi Berlusconi e D’Alema dovranno mettersi d’accordo. Tutte le altre ipotesi sono solamente chiacchiere.

Ha detto D’Alema?

Sì, ho detto D’Alema perché sono abbastanza convinto che, a fronte della mancata vittoria di Bersani al Senato, sarà lui a riprendere inevitabilmente una posizione di rilievo, ma potrei anche sbagliarmi.

Un commento invece su Prodi? In molti nel Pd sembrano vederlo già al Colle…

Stiamo parlando solamente di fantasmi del passato. Prodi rappresenta una fase conclusa (e neanche particolarmente gradevole) della politica italiana, quindi non lo vedo affatto probabile al Quirinale. E poi, come dicevo in precedenza, mi chiedo con quali voti potrà mai essere eletto: con quelli di Grillo? Quelli di Berlusconi? I candidati del centrosinistra, a quanto vediamo finora, sono automaticamente fuori dai giochi a causa dell’assenza di una maggioranza, almeno al Senato, a meno che non vengano contrattati con il centrodestra o con Grillo. Ma lei ce lo vede Grillo che dà il via libera a Prodi? Io francamente no…

Monti ha fatto anche il nome della Bonino…

Quello della Bonino è certamente un nome migliore, ma lo ritengo anch’esso decisamente improbabile. Anche lei appartiene infatti a una stagione passata, tanto che è stata candidata al Quirinale 14 anni fa, quando poi salì al Colle Ciampi, quindi non credo che oggi possa tornare come se fosse una novità.

Al momento quindi non vede nessuno realisticamente verso il Colle?

Quelli fatti fino ad ora sono tutti nomi legati non alla seconda, ma addirittura alla prima Repubblica, quindi sono convinto che nessuno di loro sarà il prossimo presidente della Repubblica. Al momento, tra tutte le variabili che ancora sono in campo, non vedo alcun nome davvero realistico. Anziché discutere sul nome, perché invece non ci chiediamo se ha ancora senso mantenere questa carica?

Si spieghi meglio.

In Italia il Capo dello Stato non governa, eppure ha un potere immenso. Rappresenta tutti gli italiani, eppure viene eletto solamente da mille funzionari di partito nominati dalle segreterie. Il caso italiano è abbastanza unico al mondo: in alcuni Paesi il presidente della Repubblica non ha effettivamente alcun potere, mentre in altri coincide con il capo dell’esecutivo e vi è dunque una sola persona eletta al potere. Non sarà il caso di cambiare qualcosa anche in Italia?

 

(Claudio Perlini)