“Non è desiderio di giustizia sommaria quello degli italiani che affollano le piazze di Grillo. Non è neanche più lo spirito di tangentopoli. E’ il vaffa che è diventato lo spirito nazionale, siamo allo spappolamento del sistema”. Per Stefano Zurlo de Il Giornale contattato da ilsussidiario.net, quello che Grillo è riuscito a  imporre facendone formula vincente è solo lo spirito di un grande e nazionale vaffa, proprio come d’altro canto aveva inaugurato la sua esperienza politica, con il “Vaffa Day”. Adesso che manca poco alle votazioni vere, aggiunge Zurlo, si comincia però a prendere sul serio la sua minaccia, visti i sondaggi che lo danno sopra il 20%: “Bersani si sta rendendo conto che quello che ha detto dall’inizio della campagna elettorale e cioè noi vinciamo tranquilli perché abbiamo il 51% dei consensi, non è mica così vero. Ci sarà da ridere, o da piangere, lunedì quando cominceranno a uscire i risultati. Rimane un unico dubbio: che la gente che lo ha applaudito fino a oggi poi non lo voterà”. 



Rispetto al clima popolare che c’era ai tempi di tangentopoli, con Grillo cosa cambia? Il popolo non crede più neanche nella magistratura e vuole giustizia sommaria?

Non è un problema di magistratura, è un problema della politica perché la politica non funziona più. I partiti sono al massimo del discredito e la gente si rivolge a Grillo. Un Beppe Grillo che poi la gente che lo va ad applaudire in piazza manco sa chi sia veramente.



In che senso?

Nel senso che Grillo è uno che ha fatto due condoni, per dirla come si usa oggi, tombali, e poi un condono edilizio ma alla gente questo non interessa. Non interessa neanche capire che questo signore non è mai andato una volta in televisione, non ha mai risposto a una domanda di politica estera. Ha il suocero che gli traduce bin Laden dall’arabo e quindi si permette di dire che bin Laden non è pericoloso. Spara cose assurde.

Ma la gente gli va dietro.

Perché in questo momento va tutto bene quello che dice. Il dato vero però è che in questo caos generale, con inchieste su ogni cosa giuste o sbagliate che siano, forzate o no, il quadro politico è rovinoso. Ma non solo quello a dire il vero: dai finanzieri agli imprenditori  è tutto un sistema che è messo molto male. C’è un dato che appare chiaro in questo contesto.



Quale?

E’ il dato politico vero. Dalle parti del Pd Bersani in testa ci si preoccupa perché hanno capito che il bel discorsetto di Bersani fato dall’inizio della campagna elettorale e cioè che “noi governeremo con il 51%” è un discorso finito. Si sono accorti che il problema vero è che Monti affonda, e a questo punto devono cominciare a considerare l’opzione di aprire a Grillo e questa è una cosa terribile.

In che senso?

E’ una ipotesi che scompagina tutti i giochi anche perché non si sa cosa farà Grillo che è dichiaratamente anti sistema. Anche se in Sicilia vedo che i grillini si stanno conquistando varie poltrone. Ma lo stesso problema di Bersani ce l’ha uno come Ingroia che è stato spazzato via dalla competizione. Ce lo ha anche Vendola perché Grillo porta via voti soprattutto a sinistra. E’ difficile valutare in questo momento. Vale anche il discorso urne vuote piazze piene, piazze piene urne vuote. In questo momento possiamo dire qualunque cosa ma lui che funziona attraverso la Rete è un grande enigma. Nessuno sa neanche chi siano i suoi candidati. 

 

A proposito di Ingroia, la figura del magistrato che si butta in politica come quella di Di Pietro sembra sia stata un nuovo fallimento. 

Io lo dico da tempo: c’è tangentopoli ma non c’è mani pulite.  In questo momento i modelli sono altri. Ci sono gli arresti ma non c’è un pool preciso che opera come ai tempi di tangentopoli. Non c’è un Di Pietro, ci sono figure che indagano singolarmente. Ingroia poi ha perso credibilità con i processi lasciati a metà e l’abbandono del posto in Guatemala. La gente ha individuato in Grillo il possibile parafulmine come era vent’anni fa Di Pietro. Una volta era un giudice, adesso è un comico e questo è anche un po’ segno dei tempi. Uno che spara stupidaggini su qualunque cosa, il cui vero pensiero non è mai stato verificato su temi come l’economia ad esempio.

 

E anche uno che ha atteggiamenti inquietanti, come vietare l’accesso a tutti i giornalisti italiani nel backstage del suo ultimo comizio.

Infatti. Fa cose che se le faceva Berlusconi o anche Bersani venivano massacrati. Lui è uno che se l’è cavata tranquillamente con la battuta sul punto G, battute pesantissime sulle donne ma alla gente questo non interessa.

Cosa interessa?

La gente dice: lui va bene perché è fuori dal sistema e combatte i ladri, punto e basta. Guardiamo alla realtà di questa campagna elettorale: Bersani non è decollato, Monti lo stesso, Vendola e Ingroia sono semi spariti, Berlusconi ha fatto quello che poteva. Adesso vediamo che succede.

 

Che succederà?

Siamo allo spappolamento del sistema dove prevalgono logiche anti capitaliste e la retorica contro la casta.

 

Tornando al punto iniziale, la gente chiede giustizia sommaria e basta?

Questo è un pensiero che fa paura, ma è anche vero che quando vedi i consiglieri regionali indagati perché si pagano le creme di bellezza o quando vedi che persino Giannino viene smentito dal mago Zurlì, ecco che un comico che fa ridere gratis attira migliaia di persone e magari vince le elezioni. Resta per fortuna un ultimo dubbio.

 

Quale? 

Che la gente magari si diverte e poi non lo vota anche se i sondaggi sono spaventosi.