Cos’è l’election day di cui tanto si sente parlare? Come si può facilmente intuire, il termine proviene dall’America, dove in questo giorno si svolgono le elezioni per nominare il presidente e il vice presidente degli Stai Uniti. Il mandato di queste cariche, che ha inizio dal 20 gennaio successivo all’elezione, ha una durata di quattro anni al termine dei quali ci sarà un nuovo election day. In America la legge stabilisce la data dell’election day, che ricorre sempre il martedì successivo al primo lunedì di novembre, in modo da evitare che le elezioni cadano il primo novembre che è un giorno festivo (ricordiamo le ultime elezioni presidenziali degli Stati Uniti son state il 6 novembre 2012). L’elezione del presidente e del vice presidente degli Stati Uniti, che appartengono alla stessa lista, viene effettuata con metodo indiretto: i cittadini americani non votano direttamente i candidati alla presidenza ma scelgono i membri che formeranno il Collegio Elettorale statunitense (United States Electoral College). Gli elettori possono assegnare il proprio voto a qualsiasi cittadino americano, ma normalmente votano i candidati nelle liste dei due partiti principali, Democratico e Repubblicano, e la preferenze vengono poi confermate dal congresso a inizio gennaio. L’elezione avviene in due fasi: la prima fase, delle primarie, ha lo scopo di designare i candidati alle cariche di presidente e vice presidente all’interno del partito Democratico e di quello Repubblicano. Il giorno in cui la maggior parte degli stati viene chiamata a votare prende il nome di Supermartedì (Super Tuesday). La seconda fase prevede l’elezione dei cosiddetti elettori presidenziali che formano il Collegio Elettorale, all’interno di ogni stato e in numero pari ai senatori e ai deputati attribuiti a quello stato. Saranno gli elettori a votare: Presidente e Vice presidente, che dopo lo scrutinio del presidente del Senato, verrà proclamato Presidente degli Stati Uniti d’America.
Ma come si svolge l’election day in Italia e come si differenzia da quello americano? La differenza principale è che in Italia non sono previsti per legge periodi predeterminati in cui tenere le elezioni politiche, quindi si può essere chiamati a votare in qualsiasi momento. In secondo luogo, la legge elettorale in Italia si basa sul sistema proporzionale, ed è un sistema che limita la possibilità degli elettori di esprimere la propria preferenza diretta sulla scelta del candidato che è stato scelto dalla coalizione o dalla lista. Questo sistema permette di avere una fotografia abbastanza limpida dell’Italia, dato che il numero di seggi è appunto “proporzionale” ai consensi e emerge una rappresentazione perfetta dei rapporti di forza nel paese. Per quanto riguarda l’elezione dei rappresentanti del Senato della Repubblica è ora in vigore il sistema proporzionale con premio di maggioranza. Questo premio è attribuito su base regionale alla singola lista o alla coalizione di liste che ottiene un maggior numero di voti. Con questo sistema si corre il rischio di far entrare tutti gli schieramenti politici in parlamento comportando un’eccessiva frammentazione del paese con un conseguente rallentamento delle funzioni politiche. Per evitare questa situazione nel sistema proporzionale è stata introdotta la famosa “soglia di sbarramento”, che come dice la parola stessa , è una soglia di sicurezza che permette l’entrata al Parlamento solamente a chi a ricevuto ad esempio più del 2% di voti.