L’affluenza delle 19 si attesta al 46,56% su base nazionale, contro il 49,26% del 2008. E’ quanto emerge dai dati diffusi dal ministero dell’Interno, secondo cui le circoscrizioni che hanno superato il 50% dell’affluenza sono quella del Piemonte 1 con il 50,94%, la Lombardia 1 con il 54,24%, la Lombardia 2 con il 52,84%, la Lombardia 3 con il 52,85%, il Trentino-Alto Adige con il 53,84%, il Veneto 1 con il 56,72%, il Veneto 2 con il 54,31%, l’Emilia-Romagna con il 58,74%, la Toscana con il 53,93%, l’Umbria con il 51,62% e le Marche con il 51,13%. Scendono invece sotto il 40% tutte le regioni del Sud tranne l’Abruzzo e il Molise. Quella con l’affluenza più bassa di tutte è la Calabria con il 31,46%. Scarsa percentuale di votanti anche nella circoscrizione Campania 1 con il 33,97%, Campania 2 con il 37,4%, Puglia con il 36,63%, Basilicata con il 35,82%, Sicilia 1 con il 34,93%, Sicilia 2 con il 36,02% e Sardegna con il 37,13%. Nel frattempo sono diffusi un po’ ovunque i sondaggi politici clandestini, in alcuni casi travestiti da cavalli e persino da cardinali, pubblicati in violazione alla legge che prescrive il silenzio elettorale. Ilsussidiario.net ha intervistato Roberto D’Alimonte, docente di Sistema politico italiano all’Università di Firenze.
Professor D’Alimonte, come valuta i dati sull’affluenza alle 19?
E’ un’affluenza ancora elevata. Date le condizioni politiche e meteorologiche, mi sarei aspettato un dato addirittura inferiore. Una riduzione dell’affluenza di due punti rispetto al 2008 è veramente limitata. Ciò conferma che gli italiani vogliono votare, ci tengono a esprimere la loro preferenza. Io mi attendevo un’affluenza più bassa, i conti andranno fatti alla fine ma per il momento posso dire che tutto sommato è un buon risultato. La partecipazione elettorale in Italia è in calo ormai dal 1979, praticamente in modo ininterrotto. Non mi sorprende quindi il calo del 2%, ma mi rallegro del fatto che cali meno di quello che personalmente avevo previsto.
Questo dato è il segno del fatto che c’è voglia di politica e non di antipolitica?
C’è voglia di partecipare, c’è voglia di usare lo strumento rappresentato dalle elezioni.
C’è anche la sensazione che queste elezioni siano particolarmente importanti perché segnano una svolta?
Sì, c’è un’offerta nuova che aiuta a sostenere la partecipazione. In particolare credo che il fenomeno Beppe Grillo contribuisca in misura preponderante a tenere alta l’affluenza di voto.
E’ solo Grillo, o anche altri partiti nuovi come la Lista civica di Mario Monti e Rivoluzione civile di Antonio Ingroia?
Come le dicevo, i conti vanno fatti alla fine, e dal dato delle 19 non possiamo ricavare troppe considerazioni. Quanto mi sta chiedendo appartiene più a una valutazione complessiva finale, che si potrà fare solo a seggi chiusi. Bisogna essere realisti e prudenti, se l’affluenza alla fine dovesse essere solo del 70% le cose cambierebbero molto. Numerosi siti web hanno pubblicato dei sondaggi clandestini sulle elezioni politiche.
Lei che cosa ne pensa di questa caccia all’ultimo sondaggio?
La gente vuole essere informata e non ama il silenzio, la mancanza di notizie. Ritengo proprio per questo che la legge che vieta i sondaggi nel periodo preelettorale vada ripensata.
I sondaggi pubblicati nell’imminenza del voto non rischiano di condizionarne l’esito?
Non credo più di tanto, anche perché non sono diffusi in modo capillare.
(Pietro Vernizzi)