Nel terremoto che sono stati i risultati delle elezioni del 24 e 25 febbraio, che hanno segnato la travolgente vittoria del Movimento cinque stelle, lunga è la lista dei nomi celebri che sono rimasti fuori del Parlamento. Queste elezioni infatti hanno portato all’eliminazione dal parlamento di una lunga lista di partiti minori, alcuni dei quali – è il caso di Rivoluzione civile o Fare per fermare il declino – nati appositamente per questa consultazione che non hanno raggiunto il quorum necessario per entrare alle camere. Ma oltre ai partiti nuovi di zecca, anche alcuni partiti storici sono stati travolti dallo tsunami Grillo: spazzati via infatti partiti come Udc e Futuro e libertà. Con loro rimangono fuori del Parlamento esponenti storici della politica come Gianfranco Fini e Rocco Buttiglione. Dalle file dell’Udc rimarranno a casa nomi come Paola Binetti, Lorenzo Cesa, Rocco Buttiglione, l’ex ministro dell’agricoltura Mario Catania, Giuseppe De Mita, Ferdinando Adornato, Marco Calgaro. Fuori due nomi che si pensava raccogliessero ben altri risultati come Samorì del Mir e Micciché del Grande sud. L’ex grillino Giovanni Favia al centro del primo caso di dissidio con Beppe Grillo e i suoi eletti passato a Rivoluzione civile non viene eletto, così come Antonio Di Pietro ex leader dell’Idv passato anche lui a Rivoluzione civile. Nel disastro di Futuro e libertà oltre al leader e fondatore resteranno a casa anche Italo Bocchino e Giulia Bongiorno mentre rimane a casa anche l’ex ministro Mario Baldassari. Ovviamente restano fuori del Parlamento senza mai esserci entrati neanche una volta personaggi come Oscar Giannino e Antonio Ingroia. Spariscono anche i radicali, restano infatti fuori Pannella ed Emma Bonino. Ripescato invece in extremis Ignazio La Russa, mentre al momento resta fuori Giorgia Meloni. In casa Pd resta fuori Anna Paola Concia, mentre l’ex direttore delTempo, Mario Sechi, è rimasto anche lui escluso.