“Una situazione agghiacciante”. Questo è il commento di Nicolò Zanon, professore di Diritto costituzionale all’Università degli Studi di Milano e membro del Consiglio superiore della magistratura (Csm) mentre sta guardando, come tutti, i dati delle proiezioni che danno un testa a testa alla Camera e la possibilità che non si riesca a mettere insieme nessuna maggioranza al Senato.
Adesso che succede? Vorrei dirle che lo so, ma non è vero. Potrebbero essere due maggioranze diverse, o nessuna. Non si capisce ancora come saranno assegnati i seggi al Senato. A dirle la verità sappiamo una cosa sola. Cosa? Che comunque vada, anche se vince di un soffio, qualcuno porterà a casa il 55% dei seggi alla Camera. Ma ancora non sappiamo chi.
Sembra però poco probabile che chi vincerà alla Camera avrà anche la maggioranza al Senato … Se non ci fosse una maggioranza identica, sarebbe un disastro. La prova provata, che con quattro poli, il Porcellum non funziona.
Cerchiamo allora di capire l’entità del disastro. Il percorso istituzionale prevede la convocazione dei nuovi eletti e l’elezione del presidente della Camera. E non dovrebbe essere un problema perché come ha detto, qualcuno avrà la maggioranza. Ma al Senato sarà più difficile perché nessuna coalizione potrebbe avere la forza numerica per imporre alle altre il proprio candidato. E si tratta pur sempre della seconda carica dello Stato, quella che sostituisce il Presidente della Repubblica in caso di malattia o impossibilità a svolgere il proprio ruolo. Ancora più complesse saranno poi le consultazioni del Capo dello Stato per trovare un nuovo Governo. Se non c’è un vincitore bisognerà lavorare a soluzioni alternative.
Nel frattempo, rimarrà in carica Monti …Certo, anche se normalmente per prassi i governi si dimettono di fronte al nuovo Parlamento. Monti si è portato avanti e ha già rassegnato le dimissioni, ma resterà in carica.
Solo per l’ordinaria amministrazione? Questo è la questione più preoccupante. Un Governo che si è già dimesso e che è stato anche delegittimato dal voto che resterà in carica almeno fino a quando il presidente Giorgio Napolitano non troverà una soluzione. Ma anche Napolitano è in scadenza di mandato. Le Camere in seduta congiunta saranno convocate il 15 aprile per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.
Ma non sarà facile …
Fortunatamente per tutte le alte cariche dello Stato la Costituzione all’articolo 85, ultima comma, prevede un regime di prorogatio fino a quando non si trova un sostituto.
Riassumendo, con questi risultati elettorali corriamo il rischio di avere un governo dimissionario che si occupa solo della ordinaria amministrazione e un Presidente della Repubblica in regime di prorogatio … Esatto, ma sono situazioni che non possono essere tirate troppo per le lunghe perché tendiamo a dare sempre per scontata la tenuta democratica del Paese, ma quelli istituzionali sono equilibri molto delicati che, in situazioni del genere, rischiano di rompersi.
Le soluzioni? Sono solo tre. O si va a rivotare, ma potrebbe deciderlo solo il nuovo presidente della Repubblica perché Napolitano è nel semestre bianco e non può sciogliere le Camere, e mi sembrerebbe un fatto molto grave.
Perché? Le domando: che senso avrebbe andare a rivotare con questa stessa legge elettorale? Queste elezioni hanno dimostrato che il Porcellum non funziona e non funzionerà neanche tra sei mesi. Però mi sembra improbabile che questi partiti, che avrebbero già avuto la possibilità di cambiarla, lo facciano ora.
La seconda strada? Sciogliere solo il Senato. La Costituzione lo prevede ma non si è mai fatto e mi pare una soluzione irrealistica.
La terza? Napolitano deve trovare una maggioranza, una coalizione che possa funzionare.
E quante probabilità ci sono che ci riesca? Se i numeri sono quelli che stiamo vedendo, poche, molto poche.