Beppe Grillo, come in molti temevano, ha fatto sapere che non intende appoggiare nessuna formazione per la nascita di un nuovo governo. Ed essendo il Movimento 5 Stelle il primo partito del Paese, i suoi voti sono necessari a Bersani – il vincitore formale – per dar vita a un nuovo esecutivo. Interpellato dai giornalisti presso la sua residenza genovese di Sant’Ilario circa le sue intenzioni in merito alle ipotesi di alleanze, si è limitato a dire che, per lui, «va benissimo il modello siciliano». Cosa intendeva? Il fatto è che in Sicilia, l’attuale governatore, Rosario Crocetta, si era presentato come candidato di un’alleanza composta, tra gli altri, dal Pd e dall’Udc. Era riuscito a vincere le elezioni, guadagnando 39 seggi, ovvero 18 in più dell’avversario, Nello Musumerci. Un risultato sufficiente per essere proclamato governatore ma, probabilmente – almeno questi erano i timori – non per governare. I Grillini, infatti, erano riusciti a ottenere un successo enorme anche in quella tornata, portandosi a casa 15 deputati regionali. A conti fatti, l’M5S avrebbe potuto impedire l’attuazione di qualunque provvedimento, paralizzando i lavori dell’assemblea. Eppure, così non è stato. Il partito, infatti, ha preso in considerazione di volta in volta ciascuna misura, entrando nel merito a decidendo se dare il suo appoggio o meno. In certi casi concedendolo e in altri no. Peccato che un meccanismo del genere difficilmente sarà esportabile in Parlamento, dato che il comico genovese ha fatto spere che il suo partito non voterà la fiducia ad alcun esecutivo, rendendone impossibile la nascita.