Silvio Berlusconi ha presentato quella che lui stesso aveva definito proposta shock. Lo ha fatto stamattina a Milano nel corso di una conferenza stampa a cui erano presenti alcuni dei suoi più fedeli sostenitori, Renato Brunetta, Paolo Romani, Daniela Santanchè, Daniele Capezzone e il segretario Pdl Angelino Alfano. In sostanza la proposta shock di Berlusconi si riassume nella diminuzione sostanziale di diverse tasse, partendo dall’odiata Imu che ha promesso, come primo atto del suo possibile prossimo governo, di cancellare immediatamente. Non solo: le famiglie italiane saranno rimborsate in contanti di quanto hanno dovuto sborsare nel corso del 2012: per la prima volta, ha detto, gli italiani potranno sorrider quando riceveranno una cartella del fisco. Una operazione ha precisato che sarà possibile fare nel giro di un mese. Dopo aver fatto un suo bilancio personale di quello che ha definito il fallimento del governo Monti, Berlusconi si è lanciato nella sua proposta shock, ricordando che “La volontà degli elettori è stata sovvertita dal governo tecnico. Lo stato padrone sfrutta i cittadini, i consumi sono in caduta, le tasse sono troppe, la disoccupazione aumenta. E’ indispensabile invertire la rotta. Nel nostro programma, attraverso la riorganizzazione della macchina statale, abbiamo previsto di ridurre la spesa pubblica di 16 miliardi all’anno, per un totale di 80 miliardi in cinque anni di legislatura”. Abolizione immediata dunque dell’Imu ma anche dell’Irap, quest’ultima in cinque anni di tempo. E poi nessuna nuova tassa. Tutto questo perché ha detto c’è bisogno di una “ricucitura civile” tra fisco e cittadini mediante un atto simbolico: dunque restituzione dei soldi spesi per l’Imu anche per le aziende agricole, ha precisato, che hanno dovuto pagare i fabbricati a uso agricolo. E’ una operazione, ha detto ancora, che vale quattro miliardi di euro che sono un duecentesimo del costo della macchina statale. Ha promesso poi che  l’abolizione dell’Irap, cioè il risparmio di sedici miliardi all’anno, sarà possibile così come abbassare il quoziente familiare. Come? Dimezzando il numero die parlamentari, tagliando i costi della politica, abolendo il finanziamento pubblico dei partiti. Insomma: “Meno tasse sulle famiglie, meno tasse sul lavoro, uguale più consumi e più posti di lavoro”.



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