L’ultimo aggiornamento dei sondaggi in campagna elettorale, con il Movimento di Beppe Grillo che si consolida e si rafforza al terzo posto, crea un “gran pasticcio” e prefigura uno scenario contrassegnato sempre più da un futuro di ingovernabilità. Anzi da un Parlamento che “potrebbe essere il peggiore” degli anni della Repubblica italiana, con una deriva di rappresentanti della protesta, dell’antipolitica e dell’antagonismo. Siamo a venti giorni dal voto e anche a sinistra, nel centrosinistra di Pier Luigi Bersani, c’è preoccupazione. Con tutta probabilità non c’è ansia per il risultato della coalizione guidata dal Pd, che resta sempre in testa, ma grande incertezza per la governabilità futura del Paese, per la possibilità di una maggioranza convincente da realizzare nella prossima legislatura.



I toni accesi della campagna elettorale erano prevedibili, mentre si esce da un anno di “governo dei tecnici” che lascia perplessa una parte del Paese. E su tutto incombe sempre la grande crisi finanziaria ed economica, ormai sconfinata in recessione aperta, senza grandi speranze di vedere la fine del tunnel in questo 2013. In più, gli ultimi avvenimenti che fanno discutere, che lasciano l’amaro in bocca: la vicenda del Monte dei Paschi di Siena che fa temere, qualche volta, che possa trasformarsi in una crisi sistemica; le inchieste giudiziarie che si sono aperte; l’ accusa a Mps, ma anche ad altre banche di un uso sin troppo disinvolto dei cosiddetti “derivati”, che solo all’inizio degli anni Duemila sembravano un’ottima “minestra” nelle fureria delle banche di tutto il mondo.



Peppino Caldarola, grande giornalista, ex deputato dei Ds, anima storica della sinistra italiana ma con spiccato senso critico e grande libertà di giudizio, non cela affatto le sue preoccupazioni sul futuro del Paese, del Parlamento, della politica e della situazione sociale.

Che ne pensa dell’ultimo rilevamento dei sondaggi? Emerge un consolidamento di Grillo al terzo posto, un recupero rispetto a qualche settimana fa. Secondo Swg, Grillo avrebbe più voti della lista di Mario Monti.
Credo che se si legge la quota raggiunta da Grillo negli umori degli elettori, nell’intenzione di voto degli italiani, sta uscendo con più forza l’Italia spaventata, impaurita, che preferisce far saltare il banco, che dice di voler fare piazza pulita. È un’Italia sfiduciata che vive in un clima di cupo pessimismo, che vive una quotidianità senza speranza. Si può aggiungere che questa condizione non sia stata compresa dalle forze politiche.



Caldarola, lei crede che in questa fase la vicenda del Monte dei Paschi di Siena stia avendo un peso?
Non c’è dubbio che anche questa storia abbia pesato. Così come altre storie che saltano fuori a poche settimane dal voto. Tuttavia non credo che questo conti più di tanto, anche se, ripeto, ha la sua influenza anche per il centrosinistra. Io sottolineo soprattutto la quotidianità senza speranza che vivono gli italiani e che le forze politiche non sembrano comprendere.

C’è preoccupazione nel centrosinistra?

È evidente che Bersani sia preoccupato di una simile situazione. Questa campagna elettorale si sta svolgendo attraverso una sorta di accerchiamento nei confronti del centrosinistra. Mario Monti sta praticamente smentendo quello che ha fatto in questi tredici mesi, parlando di un alleggerimento della pressione fiscale. Sta ripensando alle sue scelte sulle tasse, alla politica del rigore. Di fronte a questo uno si chiede legittimamente: ma perché le ha fatte allora? Ora, poiché il partito di Silvio Berlusconi si è già dissociato dalle scelte del “governo dei tecnici”, poiché nella sinistra antigovernativa Monti è già un nemico da battere, Bersani vede il rischio di restare con il “cerino in mano”, cioè l’unico che ha difeso la linea del Governo Monti.

Silvio Berlusconi dice che vuole ripagare gli italiani per l’Imu. Ma poi c’è anche Antonio Ingroia che incalza sulla sinistra, nell’area del giustizialismo.
Credo che Berlusconi abbia tirato fuori l’ultima carta e continui nella sua parte. Non so fino a che punto possa arrivare. Ingroia invece è certamente un problema che sta creando contraddizioni sulla sinistra e sta creando problemi anche nella magistratura. Con la sua candidatura, ha cercato di sopperire al fallimento storico di Antonio Di Pietro. Ma c’è un altro fatto che si sta verificando. Mai come in questo periodo l’ala della magistratura più interventista è diventata debole e minoritaria all’interno della stessa magistratura. E così Ingroia, per sintetizzare, la butta in politica.

Ma a quale disegno corrisponde questo accerchiamento nei confronti del centrosinistra di Bersani?
Da parte dei centristi di Mario Monti è soprattutto un disegno di condizionamento. Ma nei termini in cui sta avvenendo, con la situazione che gli italiani vivono, con gli umori che si colgono, è un disegno a mio avviso pericoloso soprattutto se si guarda alla governabilità del Paese.

Si possono azzardare delle previsioni in questo clima generale?
Le previsioni sono veramente difficili. Anche se vedo che il centrosinistra al momento regge, con i toni di Bersani, la collaborazione che offre Matteo Renzi e anche quella di Nichi Vendola. Non mi pare che la lista di Mario Monti abbia capacità di espansione oltre quella che le danno i sondaggi, che nell’ultimo ragguaglio lo vedono pure in lieve calo. Il centrosinistra alla fine potrebbe farcela, magari aiutato anche dal ragionamento di molti elettori sul senso del “voto utile”. Voglio dire che se si accorciasse ancora la divaricazione tra centrodestra e centrosinistra, anche un potenziale elettore di Ingroia potrebbe ripensarci.

C’è poi la stessa incertezza dei sondaggi.
Non c’è dubbio. Difficile darle un peso scientifico. Mi dicono che vengono fatte su utenze fisse e quindi sarebbe tagliata fuori una parte importante e decisiva del Paese. Può anche darsi che si arrivi a sorprese, ma non c’è dubbio che i sondaggi hanno un peso mediatico, che alcuni, Berlusconi ne è l’esempio, sanno usare molto bene. Non si può essere ottimisti, ma poi occorre anche avere un minimo di speranza perché si riesca a trovare una soluzione.

(Gianluigi Da Rold)