“Non cerco nulla, se non la verità. Mi rifiuto di essere strumentalizzata da una politica in cui non mi riconosco, e dopo questa intervista non intendo tornare sull’argomento, quindi prego giornalisti e fotografi di non cercarmi più. Chiedo solo di incontrare il signor Grillo. È un gesto che devo a me stessa, ma anche ai miei genitori e a mio fratello, che non possono più parlare: lo faccio io a nome loro”. L’appello, fatto attraverso una recente intervista esclusiva a Vanity Fair, è di Cristina Gilberti, la sopravvissuta della famiglia che nel 1981 perse la vita in un incidente mentre viaggiava nell’auto guidata da Beppe Grillo (poi condannato per omicidio colposo plurimo a un anno e tre mesi di carcere). Trascorsi 30 anni, oggi Cristina tenta di contattare il leader del Movimento 5 Stelle. “Molte volte – si legge nell’intervista – mi sono chiesta che cosa proverei ad averlo davanti a me, di persona, per chiedergli di quel giorno. Fra tutti quelli che in questo periodo sentono continuamente parlare di lui e vedono la sua faccia e leggono ovunque le sue parole ci sono anche io, e lui dovrebbe ricordarselo, e dovrebbe capire l’effetto che mi fa. Ogni giorno penso a come sarebbe la mia vita se i miei genitori e mio fratello fossero ancora con me”. “La mia non è certo l’unica vita segnata da un lutto – spiega ancora Cristina -, mi guardo intorno e ne vedo tante di storie simili. La differenza è che nel mio caso, con i media che parlano continuamente di lui e del perché non si candida, e ogni tanto fanno anche vaghi riferimenti alla morte dei miei cari, dimenticare è impossibile. Tutte le domande che ho cercato di seppellire, che mi tormentano con i loro ‘perché’, sono tornate a galla. Ora ho bisogno delle risposte, una volta per tutte, per guardare avanti”. La giovane spiega anche di aver tentato più volte di contattare privatamente Grillo, “ho anche telefonato al suo ufficio stampa”. Alla fine a richiamarla è un nipote di Grillo: “Mi ha spiegato che tutta la sua famiglia aveva sofferto per l’incidente, che non era il momento di ritornare sull’argomento. Ma per me il momento è questo: sono cresciuta, sono mamma, sono pronta per sapere e per parlare”. Solo dopo quel “no” ha accettato di parlare con Vanity Fair.
In tutti questi anni, aggiunge Cristina, Beppe Grillo non l’ha mai cercata: “Non ho mai avuto occasione di sentirmi raccontare come sono andate le cose direttamente da lui, l’unico che possa davvero farlo. Mi conosceva bene, era amico dei miei, frequentava la nostra casa: come è possibile che in tutti questi anni non abbia mai sentito l’esigenza di vedermi, di chiedermi scusa, almeno di telefonare ai miei genitori adottivi per sapere come stavo?”. La giornalista di Vanity Fair conclude sottolineando: “Prima di andare in stampa con questa storia, abbiamo avvertito Beppe Grillo e gli abbiamo dato la possibilità di commentarla in qualsiasi modo. Lui ha scelto – legittimamente – di non farlo”.