Più passa il tempo e più, presumibilmente, il centrosinistra inizia a temere il peggio. E’ la sindrome di Occhetto o, che dir si voglia, del ’94. Fino a poche settimane fa la coalizione guidata da Bersani era destinata ad una vittoria a mani basse. Per lo meno alla Camera, dove chiunque ottenga un punto in più dell’avversario o della coalizione avversaria ha diritto ad un premio di maggioranza equivalente, complessivamente, al 55% dei seggi, Diversa la questione in Senato, dove il premio viene attribuito su base regionale; Palazzo Madama in bilico, ma di poco e, grazie i voti di Monti, anche il la Camera alta sarebbe diventata del centrosinistra: era questo lo schema di vittoria più probabile. Poi, la ridiscesa in campo effettiva di Berlusconi ha decisamente scompaginato le carte in tavola. Il distacco del centrodestra è ancora ampio. Tuttavia, non c’è giorno che passa che il Cavaliere non inventi qualcosa in grado di rosicare qualche decimale. Lo ha confermato il sondaggio realizzato ieri da Ipsos per Blallarò. Rispetto alle rilevazioni di una settimana fa, se teniamo conto delle coalizioni, il centrosinistra ha perso un punto e viaggia a quota 36,7% (sette giorni fa era al 37,6%). A pesare, come ha sottolineato Pagnoncelli, è stato inevitabilmente lo scandalo finanziario prodottosi nel Monte de Paschi, storicamente legato al centrosinistra. Decisamente in salita il centrodestra, che si attesta sul 28%, dal 26,8% della settimana scorsa, anche grazie alle proposte shock di Berlusconi. Il terzo partito del Parlamento rischia di essere il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che, dopo una frenata nei sondaggi delle scorse setti amene, si trova adesso al 14,5% rispetto al 13,6% della settimana scorsa. Perde qualcosa il centro che, dal 15,4% passa al 15%, mentre Rivoluzione civile scende al 4,3, con un calo di 0,5 punti. Decisamente diverse le intenzioni di voto alla Camera, dove, in ogni caso, il vantaggio del Pd si riduce rispetto alla scorsa settimana, attestandosi sul 31,8% dei consensi rispetto al 32,5% mentre il Pdl sale dal 18,2 al 18,5%; Con Monti per l’Italia, invece, passa dal 10,7% al 10,1%.



La Lega Nord, con il 4,9% perde 0,3 punti percentuali. Il Movimento 5 Stelle guadagna più di un punto, passando dal 13,6 a 14,5%.

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