Ecco nel dettaglio il programma del Movimento cinque stelle in vista delle prossime elezioni nazionali del 24 e 25 febbraio. Come si sa, i punti programmatici del movimento sono stati messi ai voti tramite internet, dai voti scaturiti si è stilata una classifica delle cose che in caso di vittoria elettorale il movimento dovrà occuparsi. Si tratta in tutto di venti punti programmatici definiti dallo stesso Grillo, “per uscire dal buio”. Il leader e fondatore del movimento ha infatti scritto una sorta di lettera aperta agli italiani, in cui il tema principale si traduce nel motto “ora basta, tutti a casa”. Un proclama e un invito agli italiani: “Io non chiedo il tuo voto, non mi interessa il tuo voto senza la tua partecipazione alla cosa pubblica, il tuo coinvolgimento diretto, se il tuo voto per il M5S è una semplice delega a qualcuno che decida al tuo posto, non votarci”. Una sorta di chiamata alla responsabilità individuale, all’impegno dunque e non solo una croce sulla scheda elettorale. Per Grillo infatti l’Italia si può cambiare solo stando insieme: “Io sono Stato, tu sei Stato, noi siamo Stato.. Riprendiamoci l’Italia”. Ma vediamo i principali punti di programma. Al primo posto c’è il reddito di cittadinanza, seguito dal rilancio della piccola e media impresa e poi dalla legge anti corruzione. Il reddito di cittadinanza, una specie di sussidio, non è una invenzione di Grillo ma è già stato studiato da vari economisti a livello europeo. In pratica, un reddito di base universale pagato a tutti, senza alcun obbligo di attività, per una somma sufficiente a esistere e a partecipare alla vita della società. Tra le altre priorità del programma dei Cinque stelle l’abolizione dei contributi pubblici ai partiti, un referendum sulla permanenza nell’euro, una sola rete televisiva pubblica senza pubblicità, l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, abolizione delle province e di Equitalia. Si chiede poi l’informatizzazione dello Stato e la sua semplificazione, l’istituzione di un polimetro per verificare eventuali arricchimenti non autorizzati da parte dei politici nel corso degli ultimi vent’anni, il referendum propositivo e senza quorum, l’obbligo di discussione di ogni legge di iniziativa popolare in Parlamento con voto palese. Proprio i parlamentari secondo il programma dovranno essere eletti in modo diretto con al massimo due mandati elettivi.
E ancora: una legge sul conflitto di interessi, ripristino die fondi tagliati alla sanità e alla scuola pubblica, l’abolizione dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali, l’accesso gratuito alla Rete per cittadinanza.