Stefano Fassina, ospite della Videochat del Corriere della Sera, ha duramente attaccato il governo Monti e, in particolar modo, il premier con il quale, stando alle attuali previsioni, il suo stesso partito potrebbe essere costretto ad allearsi se il Senato sarà privo di una maggioranza in grado di esprimere un esecutivo. Il responsabile economico del Pd si è detto convinto del fatto che l’obiettivo primario che si è imposto il governo dei tecnici e che è stato sbandierato come raggiunto in realtà non lo è stato. Addirittura, Monti avrebbe lasciato un debito superiore lasciato a quello lasciato da Berlusconi. Fassina, pur precisando come le principali responsabilità siano «dell’esecutivo del Cavaliere», ha lanciato l’ipotesi di «un ammissione di responsabilità sulle voci di spesa che sono state eluse e rappresenteranno un problema per la prossima legislatura» da parte del professore della Bocconi. Poi, ha spiegato che quando Bersani parlò della polvere nascosta sotto il tappeto, si riferiva a tutte quello spese previste ma non affrontate dal governo Monti e che, di fatto, ricadranno nel bilancio della prossima legislatura. «Si stimano 6-7 miliardi di euro, e mi riferisco a partite importanti che non sono state coperte e che verranno coperte da chi arriva dopo. Parlo della cassa integrazione in deroga per migliaia di lavoratori, nel 2012 e 2013, parlo delle missioni militari che non sono state finanziate, delle convenzioni con contratti di servizio che non sono state rifinanziate. E poi i contratti dei precari della pubblica amministrazioni, chi lavora nei pronto soccorso o negli asili nido, ad esempio», ha denunciato. Tutti soldi che, in qualche modo, vanno trovati. Fassina ci ha tenuto a precisare che non ha intenzione di proporre né nuove tasse né nuove tagli, ma di porre il problema direttamente in Europa, onde evitare l’ennesime spinta recessiva, ulteriori licenziamenti e chiusura di fabbriche. Parlando di alleanze, poi, ci ha tenuto a precisare che, mentre il centrosinistra si candida a governare, l’unico scopo di tutte le altre forze politiche consiste nell’evitarglielo.
Se si denotasse una situazione di ingovernabilità ha promesso che non ci saranno accordi sottobanco: si riformerà la legge elettorale, e si tornerà a votare.