Mentre il segretario del Pd perlustra l’ipotesi di un governo sostenuto da alcuni grillini disposti a dargli il proprio appoggio, pur sapendo che si tratta di una strada difficilmente praticabile, Matteo Renzi, sindaco di Firenze e vincitore morale delle primarie, anche se sconfitto sulla carta, scalda i muscoli. E fa sapere che se per superare l’attuale impasse il Pd decidsse di presentare una serie di nomi per la presidenza del Consiglio, e se in quella rosa ci fosse anche il suo nome, «allora io ci penserei seriamente». Renzi ci ha tenuto a sottolineare che la sua disponibilità è relativa esclusivamente ad un governo di coalizione, di cui facciano parte si Berlusconi che il Movimento 5 Stelle. «In quel caso potrei accettare di prendere in mano la situazione. So bene che ci potrei rimettere le penne, che mi converrebbe lasciar perdere, ma è una sfida che mi avvince». Poi, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, ha fatto presente che se il partito avesse seguito i suoi consigli, e non si fosse arroccato su posizioni identitarie, avrebbe vinto; avrebbe dovuto, cioè, battere Grillo sul tempo, facendo dell’abolizione del finanziamento ai partiti e del dimezzamento dei parlamentari la propria bandiera. In tal senso, ha specificato che esternare la propria visione dei fatti, non rappresenta una mancanza di lealtà nei confronti di Bersani. Nel frattempo, la portavoce di Bersani fa sapere: «Un governo con Berlusconi io non lo voto». Sull’ipotesi di un governo guidato da Renzi, ha fatto sapere che se il presidente della Repubblica indicasse una soluzione del genere, il partito marcerebbe unito in quella direzione. Dalla Colonne de Il Corriere della Sera, ha chi gil ha chiesto se Bersani potrebbe essere disposto a dimettersi, ha, infine, risposto: «Se ci venisse chiesto, se la direzione individuasse un’altra figura di garanzia per dialogare con il M5S, tutti dovremmo pancia a terra lavorare per questo. Il primo a tirarsi indietro sarebbe Bersani, pronto a fare il capitano o il mozzo senza abbandonare la nave».