Umberto Bossi contro Roberto Maroni. Quello che ha fatto saltare la mosca al naso allo storico leader della Lega, anche se oggi messo alquanto in un angolo dopo i recenti scandali che hanno visto coinvolta la sua famiglia, è che, secondo lui, i leghisti sono sempre stati abituati ad avere un segretario che mantiene la parola. Ogni riferimento a se stesso non è ovviamente casuale, visto che prima di Roberto Maroni l’unico segretario era sempre stato lui. Probabilmente a Bossi comincia a pesare il fatto di essere stato costretto ad abbandonare e allora via con le parole grosse: Maroni, ha detto, da sei mesi dice ‘mi dimetto’ poi, all’ultimo momento, si è accorto di avere il culo molto più largo, per poter stare su molte poltrone”. Per questo, ha detto ancora, la base del movimento sarebbe in subbuglio: bisogna sempre mantenere la parola data. Di fatto Maroni ha recentemente detto di aver cambiato idea in merito alle sue dimissioni da segretario e di voler svolgere tutte e due gli incarichi, quello di segretario appunto e quello di presidente della regione Lombardia. Anche Formigoni, commentando questa decisione, ha osservato che mantenere il doppio incarico potrebbe essere per Maroni difficoltoso e rischioso. Bossi ha anche criticato la linea politica seguita dal suo segretario: “La strategia di Maroni è quella di non dare importanza a Roma e di darla solo al nord. Ma come fai se Roma un importanza la ha?”. E’ guerra aperta fra i due più importanti rappresentanti leghisti? Staremo a vedere se Maroni replicherà o ci sarà qualche tipo di conseguenza. Bossi ha rilasciato queste dichiarazioni parlando durante i lavori al senato per l’elezione del presidente durante una pausa con alcuni giornalisti. Ha anche detto loro che secondo lui si tornerà a votare al massimo a giugno. Parlando invece di un possibile governo, il senatore ha detto che appoggiare un governo Pd vorrebbe dire tradire Berlusconi: “Il Cavaliere ha fatto vincere Maroni in Lombardia e allora come si fa ad appoggiare un governo del Pd, visto che poi siamo assieme anche in Veneto”. 



Se invece Berlusconi vuole allearsi con il Pd faccia lui la prima mossa, ha aggiunto. Una parola anche per Grillo: “Grillo farà fatica a far entrare il suo schema in Parlamento: lui non vuole essere parlamentarizzato, ma alla fine sarà costretto a fare dei cambiamenti”.

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