Roma. Si è chiusa con un nulla di fatto la prima giornata di votazioni per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato. Come era prevedibile i grillini hanno sostenuto i loro candidati mentre Pd, Pdl e montiani hanno votato scheda bianca. Una situazione di stallo, ma solo apparente. I rumors che ci giungono parlano di numerosi incontri e trattative sottobanco tra le diverse parti. I contatti andranno avanti fino a domattina tra Pd e Pdl e tra Pd e Lista Monti. Sul tavolo sono tanti, forse troppi i nodi ancora da sciogliere. Il Pd vorrebbe fare un accordo, meglio un inciucio, col Pdl, ma di nascosto. Bersani è disposto a dare la Camera ai deputati azzurri (il nome indicato sarebbe Maurizio Lupi) ma i pidiellini vogliono prima chiudere l’intesa sul capo dello Stato. La condizione è che il candidato alla Presidenza della Repubblica garantisca l’immunità a Silvio Berlusconi. Una condizione che il Pd ritiene ovviamente inaccettabile. Cresce quindi all’interno del Pdl il clan di quelli che vorrebbero lasciare Camera e Senato alla sinistra, continuando il muro contro muro a oltranza. I montiani non ci stanno all’inciucio Pdl-Pd e riferiscono di essere pronti a denunciarlo pubblicamente. Non vogliono essere usati come foglia di fico da Bersani, ma rilanciano un governo di larghe intese con Pd e Pdl. Il problema però è che Berlusconi non ne vuol più sapere di Monti e rifiuta qualsiasi accordo a tre che comprenda anche la lista del Prof. In questo incrocio di veti pare difficile uscirne con un qualsiasi accordo. Le elezioni anticipate paiono (per ora) l’unica soluzione, “Repubblica” permettendo.