Il senatore a vita Emilio Colombo, che presiede l’Aula del Senato temporaneamente, in attesa che ne venga eletto il presidente, aveva annunciato le dimissioni della Senatrice Giovanna Mangili, eletta in Lombardia con il Movimento 5 Stelle, motivandole con un laconico «motivazione personali». Un gesto inatteso e di fortissima rottura rispetto alla prassi; che, secondo i senatori grillini, non ha nulla a che fare con ragioni interne al partito. La Mangili, infatti, sempre a detta dei neoletti dell’M5S a Palazzo Madama, resterà nel movimento. Perché, allora, una decisione del genere? Una spiegazione giunge in parte dal marito, Walter Mio, che sul proprio profilo di Facebook difende la consorte. Affermando, anzitutto, che prima di confermarla, hanno deciso di attendere che la notizia diventasse ufficiale. Mio ha, quindi, fatto presente che il forte gesto è dipeso dalla volontà di rispondere in maniera chiara e inequivocabile alle accuse di «inciuci, presunte impossibili ridicole cordate, parentopoli brianzole e altre infami accuse». La Mangili, in passato, era stata definita una «candidata per caso». Era stata, cioè, accusata di non aver avuto mai nulla a che fare con il movimento di Grillo, salvo avvicinarsi nel momento in cui aveva riscontrato un enorme successo alla comunali di Parma e alle regionali siciliane. Walter Mio, nelle scorse amministrative, era stato eletto con l’M5S nel Consiglio comunale di Cesano Maderno, il paese della Brianza dove risiedono: da qui, l’accusa di aver costruito una sorta di cartello elettorale fondato sulle parentele. «Vogliamo ridare dignità personale – ha sottolineato Mio – ad una persona che ha sopportato in silenzio attacchi per non danneggiare un Movimento che ha sempre sostenuto e che sempre sosterrà».



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