La XVII legislatura fatica ancora a prendere il via. Come al Senato, anche alla Camera dei Deputati non si è riusciti a giungere all’elezione del nuovo presidente. Le varie forze politiche, confermando la frammentarietà evidenziata dalle elezioni del 24 e 25 febbraio, sembrano non aver trovato ancora alcun punto di intesa per inquadrare una soluzione condivisa. (leggi l’intervista a Riccardo Barenghi) In attesa della prima votazione, prevista per le ore 11 di oggi, la giornata si apre con quanto recentemente deciso durante la riunione dei parlamentari del Partito Democratico, allargata anche a Sel e a Centro Democratico: i nomi dei candidati ufficializzati questa mattina dal segretario e candidato premier del Pd, Per Luigi Bersani, sarebbero quelli di Laura Boldrini per la presidenza della Camera e Piero Grasso per il vertice del Senato. “Per noi la responsabilità é cambiamento e queste candidature vanno in questa logica”, ha dichiarato Bersani ai deputati. “Continueremo ad avere un atteggiamento di reciprocità e condivisione anche per le presidenze di commissione”, ha quindi assicurato. “Abbiamo cercato corresponsione e condivisione con le altre forze politiche, ma se tocca a noi scegliere, scegliamo”. (leggi l’intervista a Alessandro Sallusti) Mario Monti, invece, inizialmente indicato come possibile presidente di Palazzo Madama, sembra essersi arreso dopo il netto “no” giunto dal Quirinale. In un colloquio di circa due ore, infatti, nonostante i tentativi di convincimento, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano avrebbe espresso tutta la propria contrarietà a tale ipotesi. Dopo il nulla di fatto della prima giornata, ricordiamo che per il secondo e  terzo scrutinio il regolamento di Montecitorio richiede la maggioranza dei due terzi, considerando anche le schede bianche, mentre per eventuali scrutini successivi è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti (316), computando anche le schede bianche.



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