Beppe Grillo ha concesso qualche giorno fa una lunga intervista alla televisione turca, curata dalla corrispondente di quel paese in Italia, Selin Sanli, giornalista giovane, preparata, e osservatrice attenta della realtà del nostro Paese. Una intervista dove Grillo racconta la nascita del suo impegno politico, quando era un comico che faceva spettacoli in cui denunciava le storture del nostro sistema politico ed economico. Poi l’incontro con Casaleggio e la nascita grazie alla Rete del movimento politico. Grillo spiega i punti cardini della sua filosofia politica ormai ben conosciuta in Italia: una politica fatta dai cittadini che rifiutano ogni finanziamento pubblico, ogni appartenenza politica. Spiega il futuro, dicendo che sarà “un mondo dove forse per i primi quattro o cinque anni saremo più poveri ma più felici, questa è la base del nostro movimento”. Non ha paura a vivere in Italia, spiega, se no se ne sarebbe andato. Sono gli italiani che hanno paura perché la disperazione si è trasformata in paura: paura della burocrazia e del sistema fiscale il più alto d’Europa, dice. Quindi spiega che oggi l’Italia è divisa in due, da una parte ci sono loro, l’Italia dei giovani che cercano lavoro e sono costretti ad andare all’estero. L’altra metà è costituita da chi vota Berlusconi e Pd, gli italiani che sono collusi con questi politici perché interessati alle loro promesse: Pd e Pdl hanno governato insieme facendo finta di essere uno contro l’altro. 



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