Beppe Grillo sul suo blog torna sul caso dell’elezione al senato di Piero Grasso, candidato del centrosinistra, eletto anche grazie a qualche voto dei senatori Cinque stelle. Una elezione che aveva già mandato su tutte le furie il leader del movimento: aveva infatti accusato i suoi senatori di aver tradito. Oggi torna appunto sull’argomento rincarando le accuse. Secondo Grillo infatti chi del suo movimento non ha votato il candidato grillino votando invece quello del Pd è caduto nella classica trappola tesa da Pdl e Pd. Una trappola che si identifica nell’aver proposto un candidato impossibile da votare (Schifani, definito la peste bubbonica) e uno a cui era facile dare il voto (Grasso, lui un forte raffreddore secondo Grillo). Ebbene la trappola tesa era da evitare perché Pd e Pdl sapevano bene che Schifani non sarebbe stato eletto e si trattava solo di mettere in difficoltà i Cinque stelle. Alcuni di loro sono caduti nella trappola, ma così facendo, dice Grillo, sono venuti meno alle regole del M5S. Si tratterebbe del punto Trasparenza dello statuto del movimento dove, ricorda Grillo, si dice che le votazioni in aula sono decise a maggioranza dai parlamentari del M5S. Si tratta di un contratto che gli eletti in Parlamento hanno sottoscritto con i loro lettori e un contratto non si può disattendere: “Chi lo ha firmato deve mantenere la parola data per una questione di coerenza e di rispetto verso gli elettori”. 



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