Il giorno dopo la confessione, il senatore del Movimento 5 Stelle Giuseppe Vacciano viene difeso da quello stesso social network dove aveva deciso di vuotare il sacco: “Di fronte al rischio di vedere nuovamente una persona come quella proposta dal PDL quale seconda carica dello Stato – scriveva ieri Vacciano sul proprio profilo Facebook – pure con mille dubbi e consapevole che tra PD e PDL non esiste il meno peggio, ho votato Grasso, non potendo più votare per l’unico candidato al quale avrei affidato quell’incarico: Luis Alberto Orellana”. In poche ore, soprattutto dopo “l’anatema” lanciato da Beppe Grillo contro tutti coloro che hanno deciso di esprimere la propria preferenza a favore dell’ex procuratore antimafia (poi eletto presidente di Palazzo Madama), ha preso il via un acceso dibattito. Ma se il leader M5S, attraverso il duro e polemico post recentemente pubblicato, tentava di ristabilire l’ordine, in realtà la maggior parte degli attivisti si è stretta intorno a Vacciano, tanto da dedicargli anche un gruppo su Facebook intitolato “NON toccate Giuseppe Vacciano” che, al momento, ha già raccolto oltre 1.880 “mi piace”. Tanti i messaggi di solidarietà rivolti al senatore M5S che ieri scriveva: “Nella mia vita non ho mai nascosto la mano dopo aver tirato il sasso e non inizierò a farlo ora per convenienza personale o di immagine. Né vorrei che scelte personali dettate esclusivamente dalla mia coscienza e dagli eventi vissuti sabato pomeriggio portassero danno o sospetti (completamente infondati) su quella parte maggioritaria di cittadini Senatori che ha votato nel ballottaggio di ieri scheda bianca o nulla. Quindi se si cercano i colpevoli di “alto tradimento ai principi del M5S”, ecco, uno l’avete trovato”. Vacciano, insomma, ha votato Piero Grasso: “A volte seguire la propria coscienza porta a delle scelte ed io, liberamente, ho deciso di farne una”, scrive ancora il senatore. “Mi rendo conto che questa mia posizione […] può creare danni al Movimento e dato che persone migliori e più preparate di me possono prendere il mio posto senza alcun problema, lunedì e martedì sarò a Roma per discutere l’opportunità delle mie dimissioni”.