Beppe Grillo grida al complotto, allo scandalo, all’inciucio organizzato da quella vecchia politica che vorrebbe cancellare. “La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile”, tuona il leader M5S dal suo blog. “Si trattava di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore. La coppia senatoriale è stata decisa a tavolino dal pdl e pdmenoelle. I due gemelli dell’inciucio sapevano perfettamente che Schifani non sarebbe stato eletto”. E voi ci siete cascati, fa capire Grillo senza mezzi termini ai propri parlamentari (o almeno a quelli che hanno scelto di votare l’ex procuratore antimafia), ma in futuro non dovrà più accadere. Poi, mentre i grillini si parlano, si confrontano (e in alcuni casi piangono anche), ecco che da Genova giunge un nuovo tweet, ancora di Grillo: “Daniele Martinelli e Claudio Messora sono da oggi i due coordinatori dei due gruppi di comunicazione per la Camera e il Senato del M5S”. L’ennesima decisione presa a tavolino con Casaleggio, calata dall’alto e non approvata dalla collettività. Una decisione, però, che dovrà comunque essere accettata da tutti. Abbiamo fatto il punto della situazione con Mauro Suttora, redattore di Oggi ed editorialista del New York Observer.



Nota anche lei le prime fratture all’interno del Movimento di Grillo?

Le tensioni sono evidenti, ma credo sia anche piuttosto normale. Tutti movimenti che entrano in Parlamento e che si dicono rivoluzionari prima o poi cominciano a mostrare i primi segni di debolezza, come fu anche per il partito socialista. Bisogna però dire che in politica, solitamente, chi grida di più è anche il primo che scende a compromessi: staremo a vedere se sarà così anche in questo caso.



Cosa pensa del dibattito in corso dopo il voto al Senato?

E’ interessante e allo stesso tempo comico seguire la discussione che si sta sviluppando online, soprattutto perché si cerca di comprimere in poche ore e in pochi giorni un dibattito che normalmente, nei partiti d’opposizione, ci mette mesi o addirittura anni per sedimentarsi.

Come giudica il tweet di Grillo riguardo la nomina dei due nuovi coordinatori per la Camera e il Senato?

Da quello che ho potuto capire, sia i deputati che i senatori M5S sono furibondi. Ancora una volta, infatti, si sono ritrovati di fronte a una decisione presa non collettivamente ma stabilita dall’alto da questi due signori, Grillo e Casaleggio, che si arrogano il diritto di comandare a senso unico. Fino a poco tempo fa questo metodo poteva anche andare bene, ma adesso non è davvero più accettabile, soprattutto con tutti questi parlamentari eletti dal popolo che hanno fatto giuramento alla Repubblica, non a Grillo.



Beppe Grillo è poi tornato a insistere sul vincolo di mandato, richiamando alla coerenza i parlamentari a 5 Stelle. In che modo viene inteso secondo lei questo concetto dal leader M5S?

Fedeltà prima al Movimento e poi allo Stato, un’idea di fatto eversiva. Bisognerà vedere se i senatori che hanno votato Piero Grasso al Senato, azione considerata quasi come un crimine da Grillo, accetteranno di essere sottoposti a processo e di sentirsi quindi più vincolati dal leader M5S che dagli elettori. Ho però l’impressione che a questi stessi elettori del Movimento 5 Stelle non interessi molto se i neo senatori votano Grasso o consegnano la scheda bianca.

Grillo rischia effettivamente di perdere il controllo della situazione?

Se assistiamo a un caos di questo tipo per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, non mi sorprenderei se la situazione precipitasse in breve tempo. Ho paura che presto, tra senatori e deputati, molti esponenti del Movimento 5 Stelle non accetteranno più di veder calpestata la propria dignità, prima di uomo e solo dopo di politico. Poi, ovviamente, anche l’M5S potrebbe durare decenni esattamente come è stato per la Lega, da sempre governata con il pugno di ferro. Anche se, come sappiamo, della Lega non è che sia rimasto poi molto.

 

A cosa potrebbero portare queste tensioni all’interno del Parlamento?

Non credo a un appoggio a Bersani, quindi al raggiungimento dell’obiettivo che sembra ormai essersi posto il Partito Democratico.

 

Cosa intende?

Ovviamente il centrosinistra spera che questi 10-15 senatori del Movimento 5 Stelle che hanno votato Grasso possano rappresentare il primo nucleo di coloro che poi garantiranno la fiducia a un eventuale governo.

 

Considera improbabile questa ipotesi?

Decisamente, anche se prima o poi la pazienza si esaurirà. Stavo assistendo all’ultima polemica, altrettanto curiosa, riguardante la riunione in cui gli eletti M5S hanno stabilito la linea da seguire in Senato, se quella dell’astensione obbligatoria oppure se dare anche la libertà di votare Grasso. In molti si sono lamentati che solo in questo caso non c’è stata alcuna diretta streaming, né video né tantomeno audio. Mi chiedo quale sia la vera ragione, visto che la risposta che ha dato il capogruppo Vito Crimi (“[…] non abbiamo attrezzature se non le nostre personali, e i collaboratori che ci aiuteranno in questo, vi chiediamo di pazientare […]”) non è affatto convincente.

 

(Claudio Perlini)