Aver eletto Grasso e la Boldrini alla presidenze di Senato e Camera sarà stata anche un’abile mossa per spiazzare tutti quanti, a partire dai grillini, ma ha creato un fastidioso precedente. Che, adesso, Bersani potrà usare a suo vantaggio o subire. Anche tutte le altre nomine potrebbero essere effettuate con i medesimi criteri: un outsider, competente e giovane (o che lo sia relativamente). La prima grana consisterà nel nominare i capigruppo alla Camera e al Senato. Non si esclude di prorogare Franceschini e la Finocchiaro, perlomeno come risarcimento per avergli «scippato» le presidenze. Tuttavia, il Senato potrebbe andare anche a Luigi Zanda, avvocato e senatore noto, più che altro per la sua somiglianza con Monti. Non si esclude neppure di conferire la presidenza dei senatori democratici a Felice Casson, ex magistrato esperto di questioni di lavoro legate all’inquinamento. Alla Camera, scalpita Francesco Boccia, economista già a capo dei dipartimento economia del Pd. Probabilmente ancora più complicata è la partita per il governo. Per l’Economia circola il nome della giovane economista Irene Tinagli, nota per le sue frequentazioni televisive e aderente a scelta civica di Mario Monti. Tra i papabili figurano anche l’economista Gianpaolo Galli, già Consigliere del Cnel e direttore Generale di Confindustria. Gli interni potrebbero andare ad Emanuele Fiano, architetto da sempre in prima linea per il contrasto dei fenomeni legati al neofascismo. Gli Esteri, da sempre appannaggio dei Massimo D’Alema, potrebbero invece finire a Nichi Vendola ma anche a Emma Bonino. A Miguel Gotor, storico e spin doctor di Bersani potrebbe andare il dicastero dell’Istruzione. Paola Muti, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, potrebbe essere il prossimo ministro della Salute; dovrà giocarsela con Mauro Ferrari, tra i massimi esperti mondiali di bioingegneria e nanotecnologie. Alessandro Cecchi Paone, giornalista, noto volto televisivo e attivista gay, andrebbe ad un eventuale ministero per i Diritti Civili, mentre nella rosa delle possibili nomine ci sono persino lo scrittore Roberto Saviano, e Gustavo Zagrebelsk, ex presidente della Corte costituzionale in lista anche per la presidenza della Repubblica. Altri nomi ancora che stanno circolando in queste ore, sono quelli di Maria Chiara Carrozza, rettore del Sant’Anna di Pisa, e della filosofa Michela Marzano.