Caro direttore,
posso definirmi una persona nata durante la Prima Repubblica, nella quale chi partecipava al gioco politico erano innumerevoli partiti e la Sinistra, con il suo caposaldo PCI, aveva un carattere particolarmente ideologico; successivamente sono cresciuto con l’attuale (?) Seconda Repubblica, nella quale si è tentato inutilmente di dare un carattere bipartitico a un Paese che la storia recente, e passata, non permetteva: in questo contesto la Sinistra ha cercato di trovare un posto più o meno idealista creando continue scissioni e diverbi.



Negli ultimi anni la Sinistra non aveva fatto altro che perdere consenso e soprattutto l’ideologia che era riuscita a mantenerla unita da dopo il conflitto mondiale. Risultato era stata una moltitudine di partitini che cercavano di ereditare l’effige con la falce e il martello (l’ideologia) quando ormai le nuove generazioni percepivano lontano un benessere sociale di stampo comunistoide-sovietico. Ebbene, il cambio doveva essere fatto eliminando definitivamente l’ideologia senza perdere il consenso della Sinistra già scoraggiata da continui cambi direzionali alle alte vette. Si è arrivati così alla fine al PD (Partito Democratico) che nulla mantiene delle vecchie spoglie del PCI.



Certo, io mi reputo di Sinistra, di un periodo storico dove, fortunatamente terminate le grandi dittature del passato, resto attaccato a valori che la mia parte politica (sia di centro che estrema) ha mantenuto. E basta?! In certi casi potrebbe sembrare, dato che “il bene comune” viene un po’ a mancare dalle diverse direzioni che gli innumerevoli “capi idealisti” hanno mutato sul campo a seconda del vento. Sebbene possa sicuramente sbagliarmi, con le ultime elezioni potremmo dire di esser passati a una nuova fase politica, non chiamiamola Terza Repubblica, che è quantomeno prematuro, ma almeno Seconda Repubblica e Mezzo.



Negli ultimi anni quello che adesso viene indicato come “fenomeno Grillo” ha messo in moto una serie di iniziative che hanno provocato un cambio radicale nel paesaggio politico e sociale, e non solo nelle ultime elezioni. Quello che voglio far percepire è proprio che più del valore politico, il risultato maggiore è stato quello sociale. Come anticipato, la Sinistra non è più capace di attrarre una pubblico giovane con iniziative, se non durante le varie Feste dell’Unità con la salamella e la birra a 5 euro, ma l’attivismo, la partecipazione, non risulta più essere quel cavallo di battaglia che durante gli anni ‘70 aveva caratterizzato la politica del nostro Paese.

Il Movimento 5 Stelle, grazie sicuramente all’uomo megafono Grillo, è riuscito a stimolare negli animi delusi e repressi della Sinistra un nuovo alito di speranza e protagonismo che sembrava ormai giunto al baratro. In questa maniera i valori archiviati della solidarietà della Sinistra sono esplosi in una moltitudine di persone di questa fazione volenterose che, come me, hanno trovato la loro ispirazione non nel voto utile, ma nel voto partecipativo. Il principale risultato del Movimento 5 Stelle è stata proprio la partecipazione attiva dei membri che praticano la democrazia diretta e non falsata da una rappresentanza partitica che non rappresenta nessuno se non gli stessi rappresentati.

Dopo la disfatta della Rivoluzione Comunista siamo passati alla Rivoluzione culturale del Movimento 5 Stelle. È ora di dire basta! Basta ai rimborsi elettorali! Basta ai privilegi parlamentari! Basta con questi che sono sempre gli stessi! Beppe ha gridato un malessere che la maggior parte degli italiani aveva coltivato da tempo e con il Programma 5 Stelle è riuscito a introdurre i punti fondamentali sul quale appoggiare il futuro delle persone.

Quello che maggiormente si percepisce quando uno inizia a partecipare al M5S è la volontà di poter cambiare un qualcosa che, ormai da qualche decennio percepivamo come: “È così e così sarà per sempre”.

L’informazione è il punto che maggiormente mi ha affascinato, in quanto la manipolazione di quest’ultima ha provocato in tempi recenti un blocco della scelta. Pertanto un’informazione come quella indicata dal M5S, data da una copertura internet ad alta velocità in tutto il territorio italiano, permetterebbe a qualsiasi individuo di documentarsi da più punti di vista per determinare la propria volontà. La televisione, che ha fatto da padrona fino a oggi, deve terminare a essere solo uno, e neanche il principale, potere d’informazione.

Siamo davanti ad una nuova fase della democrazia che inevitabilmente contagerà tutta la politica. I valori di Sinistra sono finiti? No, ma adesso è il momento di agire. La Rivoluzione culturale è iniziata, e io ne sono protagonista.

 

Luigi Frizzi