Non sembrano esserci vie d’uscita: Napolitano ha conferito l’incarico a Bersani che, se vuole esser mandato in Parlamento a chiedere la fiducia, dovrà prima dimostrare al capo dello Stato di poterla ottenere. Bersani, dal canto suo, ha ribadito: “mai con Berlusconi”, anche se Berlusconi è l’unico disposto a dargli i voti per governare. Ipotesi che Grillo continua a non prendere lontanamente in considerazione, nonostante il segretario del Pd si ostini a corteggiare l’M5S. Che alternative rimangono? Marcello Sorgi, su queste pagine, sosteneva che esiste la remota possibilità che le componenti minoritarie del Pd favorevoli ad un accordo con Berlusconi prevalgano. Abbiamo fatto il punto sulla situazione con il deputato piddino Giuseppe Fioroni.



Come intendete muovervi?

Credo che Bersani debba esporre alle forze politiche gli otto punti di programma che abbiamo sottoscritto e mettere tutti di fronte alle proprie responsabilità; contestualmente, dovrà offrire un percorso condiviso per le riforme istituzionali e costituzionali di cui il Paese ha bisogno, dall’ammodernamento dei partiti, alla legge elettorale, dall’assetto del Parlamento, al numero di deputati e senatori. Un pacchetto che dovrà essere condiviso da tutte le forze responsabili.



Qual è, in particolare, il vostro atteggiamento nei confronti del Pdl?

Restiamo sulle posizioni espresse da Bersani ed approvate in direzione. Con il Pdl siamo disponibili ad un dialogo sulle riforme, e a farle insieme, per far decollare la legislatura. Non siamo disponibili, invece, ad un accordo di larghe intese. Nel frattempo, l’indirizzo continua ad essere quello di un rapporto con Grillo.

Napolitano non intende mandare Bersani a chiedere la fiducia alle Camere se prima non dimostra di godere di una maggioranza di governo. Senza i voti del Pdl, e considerando che Grillo non sosterrà mai il vostro governo, come pensate di fare?



Anzitutto, scioglieremo definitivamente il nodo nella direzione convocata lunedì. Non vedo in ogni caso ragioni per assumere decisioni diverse da quelle espresse in precedenza. Per quanto riguarda la verifica di una maggioranza, presumibilmente Bersani continuerà a orientarsi verso Scelta civica e verso altri gruppi presenti in Senato.

I senatori montiani sono 21. Sommando quelli dell’Svp (7) e i quelli del centrosinistra (113), arriviamo a 145 voti. La maggioranza non ce l’avete comunque.

Ci sono anche le autonomie e l’M5S.

 

Lei crede quindi che ci saranno dei senatori grillini disposti a votarvi la fiducia?

Questo possono saperlo solo loro.

 

Per Napolitano, una maggioranza del genere sarà sufficiente per mandare Bersani a chiedere la fiducia di fronte al Parlamento?

Credo che il mandato di Napolitano abbia delineato un percorso chiaro per Bersani, inserendo in esso il programma degli 8 punti e l’ipotesi di una maggioranza che, seppur limitata, lo potrà sostenere.

 

Perché non volete fare l’accordo con il Pdl?

Non è pensabile un accordo di governo con un partito che decide di andare a manifestare in piazza contro un potere dello Stato trattandolo come fosse eversivo quando, in realtà, esercita solamente le prerogative che gli sono state conferite; laddove, oltretutto, abusasse di tali prerogative, ciascun cittadino dispone di strumenti di garanzia di cui avvalersi senza dover mettere a repentaglio, come sta facendo il partito di Berlusconi, la tenuta sociale del Paese. 

 

(Paolo Nessi)