Concluso il primo giro di consultazioni dopo aver ricevuto l’incarico dal presidente della Repubblica Napolitano di cercare una maggioranza per formare il prossimo governo, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani deve fare i conti con un acceso dibattito sorto all’interno del partito. In sua difesa ecco giungere il responsabile economico dei democratici, Stefano Fassina, il quale dal proprio profilo Facebook sembra voler rispondere al renziano Graziano Delrio che, in un’intervista a Repubblica, aveva detto che “se il Capo dello Stato chiede un governo istituzionale del Presidente, Pd e Pdl non possono fare i capricci. Serve un governo di scopo che duri cinque, sei o sette mesi, per approvare tre o quattro punti fondamentali”. “E’ grave – scrive quindi Fassina – che in ore decisive per la costruzione di un governo adeguato alle sfide di fronte all’Italia una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del Presidente incaricato Bersani prospettando una possibile maggioranza con il Pdl per un governo del presidente”. “I cittadini italiani alle elezioni – chiarisce Fassina – hanno chiesto inequivocabilmente cambiamento, sia sul terreno dell’etica pubblica sia sul terreno della politica economica”. Il responsabile economico del Pd punta quindi il dito contro il Pdl, considerato “un partito guidato da chi per venti anni ha praticato un uso proprietario e personalistico delle istituzioni e delle risorse pubbliche e ha portato l’Italia sull’orlo del baratro” e che di conseguenza “non può essere interlocutore di un governo di cambiamento”. “Oggi – spiega ancora – senso di responsabilità vuol dire cambiamento. Qualunque compagine governativa, in qualunque forma presentata, sarebbe impossibilitata dal sostegno del Pdl a realizzare il cambiamento. Non sarebbe tanto un problema del Pd. Sarebbe un danno enorme per la residua credibilità delle istituzioni democratiche perché non si riuscirebbero a affrontare le emergenze politiche e economiche”. “Gli obiettivi di parte, di una parte del Pd, almeno in una fase così delicata – conclude Fassina – non dovrebbero essere anteposti all’interesse del Paese. Indebolire il tentativo di Bersani vuol dire avvicinare le elezioni”.