Di questi tempi ci si fa la guerra anche per uno slogan. In un momento dove tutti sembrano essere contro tutti, anche uno slogan, per di più in dialetto romanesco, provoca indignazione, accuse di furto, battaglie verbali. Si tratta dello slogan scelto da Ignazio Marino, candidato alle primarie del Pd per la nomination a sindaco alle prossime elezioni della capitale. Uno slogan pensato appunto per i romani: “Daje”. Il politico si era anche fatto fotografare sorridente tenendo in mano un cartello con lo slogan. A questo punto era intervenuto i Movimento cinque stelle: quello slogan è nostro. E via a documentare come la parolina era stata scelta per le loro primarie online, il “daje tour” con tanto di appropriato hashtag  (#dajetour). Con uno spunto di generosità però ecco che decidono di lasciarlo a Marino. Il motivo? Lo slogan era stato abolito in quanto diversi appartenenti al M5S lo avevano criticato: troppo cafone, si erano lamentati. Quindi il gesto di Grillo che dal suo blog proclama: “Caro Ignazio ci dispiace ma la Rete non perdona. Il brutto slogan tienitelo e pure la brutta figura!”.



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