Non è più un mistero che in molti, nel Pd, temano che rifiutare a oltranza i voti del Pdl porterà a sfracellarsi. Per ora, ufficialmente, prevale la linea del segretario, ratificata dalla direzione: mai con Berlusconi. I prossimi giorni, tuttavia, potrebbero riservare sorprese. C’è chi pensa addirittura che Renzi, esponente di spicco dei possibilisti, possa ricevere l’incarico da Napolitano una volta fallito il tentativo di Bersani. Oggi, intanto, il segretario del Pd dovrà affrontare lo scoglio più grande: incontrerà (in diretta streaming) i grillini. E, se non loro, a questo punto chi gliela dà la fiducia? Lo abbiamo chiesto a Furio Colombo.
Il Pd è spaccato?
La spaccatura è una ricostruzione giornalistica. Anzi, anche se al momento è meglio che divisioni forti non ce ne siano, con un po’ di nostalgia, dico: magari, in passato, ci fossero state posizioni nette e contrapposte! Oggi vedo, caso mai, prese di posizione differenti. Nessuno, giustamente, in questo momento così drammatico per il Paese, si sogna di spaccare il partito e, al limite, si possono individuare due interpretazioni su come affrontare la “maledizione Berlusconi”. Una maledizione che, da vent’anni, grava su di noi come una sorta di bassa pressione che non abbandona mai il cielo politico italiano. Ecco, in questo scenario c’è chi pensa: “Togliamoci almeno la soddisfazione di formare il governo, costi quel che costi” e chi dice: “No, non possiamo, ne va dell’immagine, della reputazione e dell’impegno elettorale del Pd”. Io , personalmente, appartengo a questo secondo gruppo.
Perché?
Le elezioni anticipate, per quanto siano un incubo da scongiurare, sono possibili ed è lecito domandarsi perché il Pd dovrebbe giocarsi la reputazione e rischiare di essere punito elettoralmente un minuto prima di tornare alle urne. Non dimentichiamo che il Pdl ha appena occupato il Palazzo di Giustizia di Milano. E, senza neppure darsi una parvenza di pulizia interna, si è ripresentato uguale a se stesso. Ha ricompiuto gli stessi reati – come dare del cancro ai giudici – un minuto prima di chiedere al Pd di governare insieme. Ovvio che uno, come minimo, esiti ad accordarsi.
Lei crede che, alla fine, si andrà a elezioni anticipate?
Anzitutto, va detto che molte delle variabili in campo non sono ancora emerse. Il capo dello stato, per esempio, potrebbe conferire il mandato ad un’altra personalità di elevata caratura istituzionale. Prima di giungere a questa conclusione, mi auguro (ai limiti estremi dell’eccessivo ottimismo) che Bersani riesca ancora a ricavare una maggioranza di governo.
Napolitano potrebbe giocarsi la carta Renzi?
In base a quali meriti e quali capacità il capo dello Stato dovrebbe scegliere un’altra persona appartenente allo stesso partito di Bersani? E perché Renzi e non un altro? Perché ci dovrebbe essere bisogno di andarsi a prendere il prossimo presidente del Consiglio a Firenze? No, guardi, si tratta di fantapolitica. Piuttosto, credo che se Bersani fallisse, allora sì che il Pd, alle prossime elezioni, farebbe bene ad affidarsi a Renzi, essendo giovane, particolarmente attivo e con dei riflessi estremamente rapidi.
Senza i voti del Pdl e di Grillo come può Bersani di trovare un maggioranza?
Del Pdl e del perché l’accordo con Berlusconi non sia fattibile, abbiamo già detto. Per quanto riguarda Grilo, non aveva forse dichiarato: “ci rivedremo in parlamento, sarà un piacere?”. Ecco, ora i grillini ci sono, in Parlamento. Ebbene: cosa ci sono andati a fare? Intendono forse restare inerti e chiusi dietro le porte? A quel punto, potevano restarsene comodamente in rete e continuare a non contare assolutamente nulla, salvo la forza delle proprie opinioni. Guardi, il comportamento dell’M5S è talmente folle che resta da capire se supererà ogni limite, o se, a un certo punto, si fermerà. Del resto, non si capisce perché chi ha votato Grillo dovrebbe essere contento nel vedere l’M5S destinarsi all’irrilevanza. Credo che lo stesso Grillo si renda perfettamente conto di questo e del fatto che moltissimi dei suoi elettori faranno un ragionamento analogo.
Che sorprese potrebbe rivelare l’incontro di oggi tra il Pd e l’M5S?
Attendo con molto interesse quel che accadrà. Un conto, infatti, è arruolarsi in un fenomeno nuovo, convinti che sia privo delle ragnatele che incrostano la politica italiana; un altro, è presenziare alle riunioni come soviet: tanti Breznev e Gromyko, tutti con la stessa faccia, tutti come un sol uomo ed un solo pensiero. Sarebbe questa la società civile? Ne dubito.
Non crede che la diretta streaming condizionerà i grillini, scoraggiandoli ad uscire allo scoperto?
Non dimentichiamo che i radicali, da anni, trasmettono in radio ogni loro sospiro. Nessuno ha mai pensato “come sono nuovi!”. Certo, è pur vero che lo streaming può mettere in condizioni di subire una disciplina granitica; tuttavia, può sortire un altro e più probabile effetto: ciascuno, infatti, è esposto personalmente al giudizio della piazza. Un atteggiamento supino ai voleri del partito da parte degli eletti dell’M5S sarebbe immediatamente riconosciuto da milioni di persone. I senatori e i deputati grillini avrebbero un bel da fare a spiegare a chi li ha votati che sono rimasti in silenzio perché, magari, hanno ubbidito a Grillo o ai propri capigruppo.
(Paolo Nessi)