Anche Celentano dice basta: basta agli insulti, alla politica sguaiata, alle parolacce. Lui che non ha mai fatto mistero di essere un grillino convinto dice a Beppe Grillo di cambiare registro. Sono state infatti giornate movimentate, le ultime, nelle quali è finito dentro nel marasma degli insulti a ruota libera anche un collega dello stesso Celentano, Franco Battiato, e forse per questo il molleggiato si è deciso a prendere carta e penna e a scrivere a La Repubblica. Come si sa, Battiato è stato cacciato dal suo ruolo di assessore della regione Sicilia dopo aver detto che nel parlamento italiano ci sono troie disposte a fare di tutto. Non parla però di Battiato, Celentano, ma della situazione politica generale, davanti al quadro di un governo che per il veto dei grillini non riesce a nascere. E batte proprio su questo punto citando il nuovo Papa: “Cari fratelli, amate i vostri nemici, almeno in quei TRE punti di governo che piacciono a Grillo e sui quali entrambi siete d’accordo per la fiducia. Tralasciate, per ora, i punti che vi separano a causa dei quali il governo potrebbe cadere ancora prima di nascere. Non c’è “Amore” più grande di due nemici che, per il bene del popolo italiano, decidessero di incontrarsi sulla via di Damasco. Abbandonate quindi i rancori, anche se motivati, verso quei politici che secondo voi hanno sbagliato, affinché il vostro comportamento sia di sprone per la loro purificazione”. Celentano, da sempre cristiano “ecologista” cita ancora il Papa che parla di poveri, di rispetto della terra, mentre i giornalisti continuano a sparlare dei politici, anche di persone come Grasso e la Boldrini. E’ il caso di Marco Travaglio. Scrive Celentano: “Pensieri di questo tipo hanno l’unico scopo di appesantire l’aria, mentre invece dovremmo orientare la luce del sole ovunque spuntano, anche se piccoli, i segni del cambiamento”. Siamo dunque ben lontani dall’amore universale che predica il nuovo pontefice, aggiunge. Cita a questo punto Flores d’Arcais e con questo va in difesa addirittura di Berlusconi che Celentano non ha mai difeso: “Flores d’Arcais e il suo appello all’ineleggibilità di Berlusconi. Una cazzata non soltanto fuori luogo ma decisamente fuori “TEMPO musicale”. Se Berlusconi, che tutti davano per finito, compreso me, non avesse preso quei 10 milioni di voti e fosse crollato, mi domando se a Flores d’Arcais gli sarebbe venuta lo stesso la fulminante idea da “meschina campagna elettorale”. Si dice dunque dispiaciuto per l’atteggiamento di M5S e Pd sulla giustizia, chiedendo di azzerare e ricominciare da capo, oggi, dice, che si danno cinque anni di galera a Corona mentre chi uccide e commette stragi si prende un anno o poco più. A Grillo dice poi di cambiare marcia, visto che sta spingendo Bersani ad allearsi con Berlusconi.