Non è un blocco monolitico e disciplinato, l’M5S, questo si era capito. Alessandra Bencini, senatrice grillina si è “permessa” di votare contro il resto del gruppo all’assemblea dell’M5S che chiedeva di rispondere alla domanda: «se Bersani ci presenta una buona squadra si discute o no?». Lei ha risposo sì, tutti gli altri no. Interpellata da Il Corriere della Sera,nonostante il veto imposto ai grillini che prevede che solamente i capigruppo possano rilasciare interviste, ha voluto spiegare le ragioni del suo gesto. Affermando, anzitutto, che se si dovesse votare una mozione di sfiducia in Aula ci penseremmo due volte. Certo, lei è cosciente del fatto che rischierebbe l’espulsione. «Ma prima di finire dentro la gogna mediatica, se davvero dovessi votare diversamente –promette -, rimetterei il mandato. Del resto non voglio fare la parlamentare a lungo, ho un lavoro che mi piace». Poi, ha precisato che si può essere intransigenti anche in senso positivo. E che l’emergenza consiste, ora, nell’uscire dallo stallo. Al limite, la fiducia si può sempre revocare. La neosenatrice, si è anche sbilanciata, affermando che, al limite, se il capo dello Stato presentasse un candidato credibile, se ne potrebbe anche parlare. A lei, in particolare, non dispiacerebbe Salvatore Settis: «Ho amato molto il suo libro, “Azione popolare per il bene comune”».



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