Tutti meno uno. La proposta di Pierluigi Bersani di un governo di minoranza che si basi sugli 8 punti da lui stesso proposti è stata approvata all’unanimità, salvo che da uno dei presenti. Una proposta che, per la precisione, sarà avanzata nei confronti del capo dello Stato. Sarà lui a decidere. E se dicesse no? Si vedrà: «Lo so che mentre noi non pensiamo a ipotesi B c’è mezzo mondo che ci pensa – dichiara -. Ma a questo mezzo mondo noi diciamo che non è che nelle vostre fantasie: noi non scompariamo. Noi abbiamo il triplo dei deputati di Grillo e il doppio della destra, non è che scompariamo». Bersani ha, inoltre, sottolineato come non avrebbe senso aspettare il lungo a complicato percorso iter istituzionale. Gli elettori hanno bisogno di certezze, in questo momento, e il segretario è convinto che il suo progetto rappresenti un punto fermo. In chiusura, Bersani ha annunciato che per giovedì 14 la riunione dei deputati e dei senatori del Pd, mentre non appena saranno fissati tutti gli appuntamenti, sarà convocato anche il congresso. Quello in cui, se gli sarà conferito l’incarico, Bersani potrebbe rassegnare le dimissioni da segretario.



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