Passa il tempo, e siamo ancora fermi. Senza un nuovo governo. Le ipotesi di soluzione si avvicendano, ma sono solo ipotesi. Le ultime vedono Napolitano conferire l’incarico a Bersani. Dovrebbe  “esplorare” il Parlamento alla ricerca di una maggioranza stabile anche al Senato. Non dovesse riuscirci, e probabilmente non ci riuscirà, dicono che la palla potrebbe passare al ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri. O Corrado Passera. O a Giuliano Amato. Al Pdl, di tutto questo, importa ben poco. Daniele Capezzone, portavoce del partito di Berlusconi, ci spiega perché.



Cosa ne pensa delle varie ipotesi in ballo?

Rispetto al dibattito in corso dalla sera delle elezioni sulle formule di governo, ci interessa molto di più quello che abbiamo proposto in campagna elettorale, sui contenuti. Si tratta dell’alfa e dell’omega di qualunque discussione. E’ paradossale che in questa fase in troppi ne prescindano, continuando a parlare di alchimie, formule e prospettive di palazzo.



Quindi, su quali contenuti si potrebbe fondare l’alleanza?

Non si tratta, in questo momento, di individuare i temi che potrebbero essere condivisi in un’eventuale alleanza: noi ci siamo vincolati ad alcuni contenuti, quelli della campagna elettorale.

Ci elenchi i principali.

Occorre dare respiro fiscale alle famiglie e alle imprese; riformare lo Stato, rafforzando il potere del governo; e tagliare i costi della politica, attraverso il dimezzamento dei parlamentati e dei loro stipendi, e attraverso l’abolizione del finanziamento ai partiti. Se noi fossimo all’opposizione ci batteremmo per far passare questi provvedimenti. Se facessimo parte di una maggioranza di governo, pure.



Se sarete al governo, dovrete pur condividere una linea d’azione con le altre forze della maggioranza. Crede che i temi che ci ha elencato potrebbero essere approvati anche dagli alleati?

Le ho fatto tre esempi rispetto a cui qualunque persona di buon senso potrebbe facilmente convergere. Non vedo chi possa negare l’esigenza di dare respiro agli italiani attraverso un consistente piano di taglio alla spesa, di ammodernare le nostre istituzioni allineando il nostro Paese alle maggiori democrazie occidentali, o di produrre una riduzione significativa dei costi della politica.

Punterete anche sull’abolizione e sulla restituzione dell’Imu?

Indubbiamente. Si tratta di un tema centrale. Intervenire sul carico fiscale significa abbassare le imposte che gravano sulle imprese (Irap), sul lavoro (cuneo fiscale) e sulle famiglie. Da quest’ultimo punto di vista, l’intervento che, attualmente, è prioritario è l’abolizione dell’Imu. In ogni caso, ribadisco: non è importante definire i dettagli, quanto comprendere come sia necessario tornare a parlare di contenuti. Constatiamo che Bersani, invece, si ostina a limitarsi ad inseguire Grillo, beccandosi ogni giorno degli insulti.

 

In ogni caso, al di là delle alchimie che denuncia, un governo è comunque necessario per il Paese. Lei è d’accordo sul fatto che la prima mossa spetti a Bersani?

Guardi, mi limito ad osservare con sconcerto che Bersani, da una settimana, non pronuncia le parole “tasse”, “crescita” e “sviluppo”. Eppure, su un tema come il taglio delle imposte sul lavoro, avrebbe potuto facilmente manifestare una sensibilità comune alla nostra.

 

Sosterreste un governo di Bersani?

Evidentemente no. Si tratterebbe di un governo nato su una base incerta, se non inesistente, che ogni giorno dovrebbe correre all’inseguimento di Grillo. Che, dal canto suo, ha già fatto sapere chiaramente che non intende sostenerlo. Sarebbe, in sostanza, un governo di minoranza, costretto ad andare a caccia di voti su qualunque provvedimento. E’ un’ipotesi che non può essere sostenuta da nessuna persona ragionevole. Spero, francamente, che neppure sia effettivamente presa in considerazione.

 

Addirittura?

Consideri che farebbe perdere giorni preziosi al Paese. Ci tengo a sottolineare che, mentre lo spread fu brandito nei nostri confronti come una clava, nessuno ha fatto presente che in questi “giri di valzer” si impennerebbe. Ogni tentativo di governo andato in fumo ci costerebbe un’altra decina di giorni per individuare una soluzione alternativa. Giorni in cui l’Italia cuocerebbe sulla graticola dei mercati.

 

La Cancellieri, Passera o Amato sarebbero buoni nomi per Palazzo Chigi?

Non mi interessa commentare nessuno di questi nomi. L’unica persona alla quale andrebbero fatte domande politiche incalzanti è Pierluigi Bersani. Che dovrebbe mostrare al Paese se intende venire a patti con la realtà o continuare a vivere nel romanzo di vittoria della campagna elettorale. 

 

(Paolo Nessi