Tutto congiura perché l’Italia resti senza governo più a lungo del previsto. Molto più a lungo. Nessuno dispone di una maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. Si potrebbero immaginare alleanze eterodosse, ma finora veti e capricci incrociati hanno vanificato tutte le combinazioni possibili. Pare che Napolitano potrebbe conferire un incarico esplorativo a Bersani, in attesa di tirare un coniglio fuori dal cilindro non appena il tentativo del segretario del Pd di trovare un’intesa fallirà. Abbiamo chiesto a Stefano Folli, editorialista de Il Sole 24 Ore, che scenari si prefigurano.
Si sta parla di un incarico a Bersani. E’ possibile che effettivamente gli sia conferito?
Si lo è. Non è detto, tuttavia, che sarà questa la decisione di Napolitano. Quel che è certo, invece, è che non darà mai un incarico al buio. Senza, cioè, l’assicurazione dell’esistenza di una maggioranza ben definita. Escluderei del tutto, inoltre, qualunque ragionamento su governi di minoranza, di non sfiducia o forme simili.
Bersani da chi potrebbe essere appoggiato?
Lui ha detto chiaramente che non vuole l’appoggio di altri che l’M5S.
Non potrebbe accordarsi con il Pdl per un governissimo?
Finora, il Pd ha identificato nell’alleanza con il Pdl un limite invalicabile. L’idea di accordarsi con il partito di Berlusconi gli fa orrore. Se cambierà idea, lo capiremo, anzitutto, dalla direzione di oggi. Per il momento, l’atteggiamento è di assoluta intransigenza.
Il limite è stato posto dal Pd o da Bersani?
Cambia poco. Bersani è pur sempre a capo del partito che ha il gruppo parlamentare più numeroso. E, per il momento, è in grado di reggerne ancora il timone.
Ma l’M5S è stato chiaro. Non appoggerà nessuno che non faccia parte dell’M5S
Questo, infatti, è il nodo cruciale. Resta il fatto che Bersani non ha intenzione di esplorare una possibile alleanza con il Pdl.
Quindi?
Credo che un governo Bersani abbia ben poche chance di venire alla luce. L’impasse sembra tale da obbligare alla soluzione successiva.
Il governo tecnico?
L’espressione “governo tecnico” non mi sembra la più adatta a definire la situazione che va delineandosi. Rimanda a soluzioni che, in passato, sono già state adottate. Credo, invece, che si stia ricercando una figura con un alto profilo, un personaggio di elevatissima caratura, che conosca bene il funzionamento dei meccanismi delle istituzioni. E che, in esse, abbia svolto o stia svolgendo un ruolo di livello. Una personalità del genere, indicata da Napolitano, sarebbe al di sopra delle parti e al di fuori del sistema dei partiti
Per usare un linguaggio tradizionale, si potrebbe parlare di un servitore dello Stato.
Esatto. O di una riserva della Repubblica.
Si è fatto il nome della Cancellieri per guidare una compagine di questo tipo.
Indubbiamente, l’ipotesi di un governo istituzionale guidato dall’attuale ministro dell’Interno ha una sua verosimiglianza.
Sono stati fatti anche quelli di Passera e Amato.
Si tratta di nomi di una certa autorevolezza. Tuttavia, non so fino a che punto siano in grado di interpretare la suddetta istanza istituzionale. Questo lo valuterà il presidente della Repubblica.
Se il Pdl facesse parte del governo istituzionale continuerebbe a pretendere l’abolizione dell’Imu o politiche anti-tedesche?
Mi pare difficile che un governo di questo tipo, un governo del “Presidente”, possa abolire l’Imu o condurre le politiche promosse dal Pdl in campagna elettorale. Si tratta di proposte che potrebbero essere realizzate esclusivamente da un governo monocolore berlusconiano.
Sta di fatto che Grillo non appoggerà mai neanche un governo del genere.
Sì, ma non dobbiamo dimenticare che siamo ancora in una fase preliminare, il cammino è ancora tortuoso – ben più del previsto: le nostre procedure costituzionali ci impongono tempi lunghi prima di giungere alla definizione del governo. Attendiamo ancora le consultazioni, e non sappiamo ancora chi saranno i presidenti delle Camere, né con che maggioranza saranno eletti. Non è escluso che i partiti interessati cambino idea e che prevalgano le ragioni delle politica.
Di recente si è discusso di un governo in “prorogatio”: l’esecutivo guidato da Monti continua il disbrigo degli affari correnti, mentre il Parlamento, legifera.
L’ipotesi ha una sua legittimità, ma sarebbe politicamente inopportuna. Dopo le elezioni non si può far finta che nulla sia accaduto. Gli stessi attori internazionali non capirebbero.
(Paolo Nessi)