All’indomani della direzione nazionale del Pd che ha approvato praticamente all’unanimità la sua linea, il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha ribadito che tocca al suo partito, che sulla carta è arrivato primo e dispone del maggior numero di parlamentari fare la prima mossa. Presentatosi assieme all’ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso per parlare con i cronisti del primo degli otto punti di governo irrinunciabili (la legge anticorruzione), ci ha tenuto a precisare che, in qualunque altro sistema («il nostro è balordo»), il Pd sarebbe stato destinato naturalmente al governo: «abbiamo il doppio dei parlamentari del Pdl, il triplo dell’M5S». Da qui, la constatazione della necessità di riformare al più presto la legge elettorale. Come da copione, parte del suo intervento è stato dedicato al Grillo. «Non vuole diplomazia né scambi di sedie, io meno di lui. Bisogna dare risposte serie e non incappucciate», ha dichiarato, invitando il leader dell’M5S a non evocare scenari di violenza nelle strade. Bersani si è detto, infine, decisamente più ottimista di Renzi rispetto alla durata di un eventuale governo, mentre ci ha tenuto a ribadire che non è in campo l’ipotesi di nessun alleanza esclusiva con il Pdl. «Serve una riflessione – ha conclusa – profonda sui comportamenti e perciò è inaccettabile qualsiasi intesa di governo con il Pdl». 



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