Nell’ampio dibattito politico a cui si assiste dopo il risultato delle urne, risultato che ha lasciato la massima incertezza sulla possibilità di formare un governo duraturo, interviene anche il nuovo governatore della regione Lombardia. La Lega in effetti era stata abbastanza assente dalle discussioni al proposito. Il silenzio viene interrotto da Roberto Maroni che si dice favorevole all’ipotesi del cosiddetto governissimo, un governo di coalizione tra centrodestra e centrosinistra che possa durare per tutta la legislatura. Si tratterebbe dell’unica strada possibile, ha spiegato dopo un incontro con i dirigenti della regione Lombardia. La risposta vera al grillismo e cioè a chi vuole sfasciare tutto, ha detto ancora, è solo il buon governo. Per questo dice di sperare che non si debba tornare al voto subito. Ci vuole invece “un governo politico che affronti la crisi economica e faccia quelle riforme costituzionali che da troppo tempo sono attese”. Secondo Maroni ci sono posizioni comuni tra Pd e Pdl che permetterebbero di fare ciò. Rispetto agli otto punti programmatici illustrati da Bersani, ha detto di condividerne alcuni e altri no, ad esempio quello sul diritto di cittadinanza, lo “ius soli”, definito una questione puramente ideologica. E avverte Bersani che se vuole andare al voto, sarà sua la colpa se Grillo prenderà il 60% dei voti. In tale governassimo però dice che la Lega, avendo perso le elezioni ed essendo un piccolo gruppo in Parlamento, non ha spazi per agire: “La responsabilità sta ai capi delle coalizioni che sono Bersani, Berlusconi e Grillo: noi guardiamo con attenzione a quello che succede ma ci occupiamo del governo del nord”. Una ipotesi questa di Maroni accarrezzata anche dal Pld, ma fortemente respinta dal Pd già in varie occasioni.