Mentre Pier Luigi Bersani mantiene la strada aperta al dialogo con Scelta Civica e il Movimento Cinque Stelle, rilanciando un programma di governo “di cambiamento” in otto punti (recentemente approvati dalla direzione del partito), il Pdl parte all’attacco. In prima fila c’è Angelino Alfano, secondo cui “il Pd dimostra di non avere un’idea chiara su come guidare il Paese e rischia di portare l’Italia allo sfascio. Noi li invitiamo a riflettere perché così portano il Paese a sbattere”. Dall’altra parte, nonostante l’apertura di Bersani, anche Mario Monti inizia a mostrare qualche dubbio e  avverte che “se l’alternativa fosse un governo orientato a interrompere il tragitto europeo dell’Italia e quello delle riforme, sarebbero meglio nuove elezioni. Queste esigenze sono più che mai necessarie, neanche il M5S è in grado di affrontare questi problemi”. Abbiamo fatto il punto della situazione con Nicola Porro, vicedirettore de Il Giornale.



Come giudica la fase politica attuale?

Ci troviamo ancora in una fase “tattica” in cui sembra quasi che la campagna elettorale non sia ancora finita. Tutti gli schieramenti pensano a rivolgersi principalmente al proprio elettorato, come stanno facendo del resto anche il Movimento 5 Stelle e il Pdl, mentre Bersani appare più preoccupato della tenuta del partito. Quello attuale, quindi, può essere considerato un periodo post campagna elettorale decisamente più lungo del previsto.



Crede che il centrodestra abbia in qualche modo paura di un accordo tra Pd e Movimento 5 Stelle e quindi del conseguente ruolo di minoranza?

Non credo che al momento il Pdl abbia paura di uno scenario del genere, anche perché un’alleanza organica tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle appare impossibile nel breve, medio e lungo periodo. Sono quindi convinto che non sia questo il timore del Pdl e che le dichiarazioni di Alfano non nascano dall’eventualità di questo scenario.

Silvio Berlusconi ha da poco incontrato gli eletti lombardi del Pdl in Parlamento e in Regione. Come crede si muoverà adesso il Cavaliere davanti agli scenari che si stanno delineando?



Berlusconi ha essenzialmente due strade davanti a sé: la prima è quella che porta a un governissimo con Monti e il Pd per attuare le necessarie riforme condivise, mentre la seconda porta il prima possibile alle urne.

Crede che il Pdl preferisca questa seconda opzione?

Non credo che lo preferisca, ma a certe condizioni certamente risulterebbe l’opzione più conveniente. Al momento il Pdl si trova in una condizione che, nonostante sia minoritaria, risulta essere comunque vincente, in cui può dirsi favorevole sia a un accordo che al voto immediato. E’ Bersani che si ritrova con tutti i nodi da sciogliere.

Lei che scenario prevede?

Francamente non sono convinto che si possa tornare al voto tra poco, soprattutto con la stessa legge elettorale. Immagino sia dunque più probabile un governo del presidente della Repubblica che proverà a fare le riforme necessarie e ripercorrere la strada Monti a ruoli invertiti, con il Pd azionista di maggioranza e Pdl azionista di minoranza.

A proposito di Monti, cosa pensa delle sue recenti dichiarazioni?

La posizione di Monti è talmente irrilevante che al momento le sue dichiarazioni non valgono molto.

 

(Claudio Perlini)