Il 26 gennaio 1994 Silvio Berlusconi, con un messaggio televisivo, annunciava la sua discesa in politica. Il 25 novembre 1993, durante uno show alla Rai in prima serata, in diretta dal Teatro delle Vittorie di Roma, Beppe Grillo parlava del successo che Berlusconi avrebbe avuto in politica, ma anche del grave errore commesso dall’imprenditore: fidarsi dei giornalisti. “Berlusconi, io… credevo che fosse un uomo straordinario, ma fa delle cose che non si capisce… è che va in quelle cliniche per dimagrire, gli fanno la liposuzione, e devono avergli liposucchiato una parte del cervello… E’ un uomo che… finalmente è venuto fuori, finalmente faremo chiarezza… finalmente non è più il politico da dargli delle pennellate di unto, non unge più dei politici: c’è rimasto lui e deve rischiare lui. E ha fatto la prima cappella, quella di fidarsi dei giornalisti: è andato lì, gli han chiesto una preferenza, lui ha detto “quello là”, tutti titoloni, ed è rimasto vittima di un giornalismo che ha creato anche lui. Perché è un uomo, questo qua, che sta facendo… tra un po’ farà un botto pazzesco, perché è un uomo che è Cavaliere del Lavoro ma dovrebbe essere chiamato cavaliere dell’Apocalisse perché c’ha quattromila miliardi di debiti. Ma come fa uno a fare quattromila miliardi di debiti? Io dovevo 300.000 lire a uno, mi dormiva sul pianerottolo se non gliele davo. E questi sono i grandi economisti? Ma vedi come gli si ritorce contro tutto a questi qua? Gli si ritorce contro tutto: i giornali, i giornalisti, i suoi giornali… gira su se stesso. Quale manager? E’ un feudo, un mezzadro, gli dà i soldi e li prende da un’altra parte. Dovremmo mettere in galera i politici? Dovremmo andarci un pochino tutti, perché per 20 anni siamo andati avanti così facendo finta di niente“.



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