“Renzi è un vecchio travestito da giovane, non daremo mai la fiducia a un Pd guidato da lui”. “Noi siamo altro, siamo diversi rispetto a questo sistema”. “Noi una setta segreta? Forse voi giornalisti dovreste cominciare a capire che quando Grillo fa cose come le gite con destinazione segreta dei parlamentari vi sta prendendo in giro”. A parlare così è Stefano Camisasso, consigliere comunale del Movimento 5 stelle a Genova, candidato alle primarie del movimento e uno degli oratori che si sono alternati sul palco di piazza San Giovanni. Ha accettato di parlare con ilsussidiario.net chiarendo che le sue parole sono solo punti di vista personali e non hanno nulla a che fare con la linea del suo movimento. Ecco cosa ci ha detto chiarendo che la sua intenzione era semplicemente “far capire a voi giornalisti cosa succede dentro al Movimento”.



Partiamo dai cosiddetti “dissidenti” del Movimento 5 stelle. Ci sono veramente, cosa vogliono?
Non esiste nessun dissidente. La posizione del non dare la fiducia a un governo Bersani è una posizione condivisa al 99% dai militanti e dai parlamentari 5 stelle. I dissidenti non esistono, anche lo stesso parlamentare Siciliano che ha detto certo cose… si è trattato di frutto della pressione e niente altro. La realtà è questa: al tempo delle candidature  tutti quanti noi abbiamo stretto un patto, fra noi e chi ci votava, nel quale ci impegnavamo a non allearci con nessuno. E’ una questione genetica del M5S.



Niente dissidenti allora?
Quelli che la stampa chiama dissidenti, in realtà non lo sono. Bisognerebbe chiamarli nel modo giusto, dire dissidente ha un significato ben preciso, anche detto tra virgolette.

Come possiamo definirli allora?
In nessun modo. Come in tutte le situazioni, anche dentro al M5S ci sono posizioni dialettiche diverse, siamo persone che si stanno interrogando se trovare la possibilità di una mediazione tra la chiusura completa a Bersani e a una alleanza con il Pd – che comunque non viene presa in considerazione – e la possibilità, dal punto di vista strategico, di ragionare su qualcosa d’altro.



Ci sono vostri elettori che però si lamentano, dicono che vi hanno votato perché voi facciate un governo invece di tirarvi fuori da qualunque ipotesi.
Io non so quali siano le fonti quando sento certe cose. Tutte le settimane facciamo riunioni con più di cento persone e queste problematiche non emergono mai. Anche le persone che mi fermano per strada non mi chiedono mai perché non facciamo il governo con il Pd.

Perciò, come dice Grillo, l’unica alternativa è che voi raggiungiate una maggioranza tale da poter governare da soli…
Non lo so, vedremo. Oggi c’è una situazione di impasse: vedremo, si discuterà la situazione anche a seguito dell’elezione del Presidente della Repubblica. L’idea di andare al governo con il Pd è impossibile… poi l’uomo può camminare anche sull’acqua, ma sarebbe stupefacente se facessimo un’alleanza con il Pd.

A proposito di elezioni, per il Quirinale avete qualche nome sicuro? Sembra che Emma Bonino non vi dispiaccia, ad esempio.
Forse a qualcuno nel movimento non dispiace, personalmente non la voterei mai.  Ci sono poche persone, a parte lei e Pannella, che sanno parlare o tacere quando c’è un amico da difendere o un nemico da colpire. Io non la voterei mai. C’è simpatia per Gino Strada e per Rodotà. Anche per Prodi, checché se ne dica, non c’è alcuna simpatia.

 

Torniamo all’ipotesi di governo: no a Bersani e magari sì a Renzi?
Assolutamente no, figuriamoci. Renzi lo vediamo come il fumo negli occhi. Renzi per noi è l’antitesi, è forse peggio di Bersani. Lei sa la nostra idea sui rifiuti: Renzi ha impestato la provincia di Firenze con gli inceneritori. E’ un vecchio travestito da giovane.

 

Parliamo dei casi di democrazia interna al M5S, ad esempi l’espulsione di Favia. Che ne dice?
Dico che non si può pensare di cannoneggiare continuamente il M5S a fini volutamente personali, come ha fatto lui. L’ha fatto per essere espulso, per creare su di sé un martirio che gli consentisse di rivendersi dall’altra parte. Il suo atteggiamento è stato piuttosto evidente. Un atteggiamento disdicevole, perché era una persona molto preparata, però non ci credeva più in questo progetto e ha trovato il modo furbo per andarsene.

 

Cè chi dice che Grillo non vuole che andiate in televisione perché ha paura che non siate in grado di reggere un confronto, che siate poco preparati…
Non è vero, la verità è che noi siamo altro, siamo diversi rispetto a  questo sistema. Io la tv non riesco più nemmeno a guardarla, neanche programmi come Ballarò o Servizio Pubblico.

 

Perché?
Perché mi sono reso conto che gira molto falsità e adesso sono in grado di riconoscerla, adesso che la praticano su di noi. Nel momento in cui questo sistema televisivo è un pilastro che sostiene il sistema politico e noi ci definiamo estranei a questo sistema, giocoforza siamo estranei anche ai suoi strumenti.

 

Ma non è che definirvi così “diversi” vi faccia pensare che voi siete i buoni e tutti gli altri cattivi?
Gli altri sono liberi di pensare quello che vogliono: se non sono cattivi, si comportino da buoni. Io non ho piacere a definirmi buono e a definire gli altri cattivi, il più delle volte chi definisce gli altri definisce se stesso. Noi abbiamo una prassi politica di un certo tipo e loro definiscano la loro prassi. Non è detto che ci si incontri, anzi direi che sia assolutamente improbabile.

A proposito della permanenza nell’euro, avete posizioni diverse?
C’è un dibattito interno molto sentito. Poi ,noi non ci possiamo sostituire alle valutazioni degli italiani. A noi interessa far passare informazione sull’argomento, poi si farà un referendum. Alcuni di noi pensano si debba uscire, altrettanti no.

 

Chiudiamo con Casaleggio: guru o non guru? Setta o non setta?
Usciamo da questi cliché. Sono mesi che ci fate queste domande: non è un guru e non è una setta. Se voi continuare a fare questa domanda, sentirete sempre la stessa risposta. Casaleggio non partecipa più di tanto alla vita del movimento, dà un contributo come qualsiasi militante ma non definisce le linee. Certe volte magari si sentisse la presenza di un esperto… È un anno che siamo in Comune a Genova in cinque consiglieri, e a momenti soffriamo di solitudine.

 

Ma di un video come quello di Gaia che ne dice?
Erano sue valutazioni, suoi pensieri personali, per certi aspetti interessanti, una visione su prospettive ampie. Ma non è che ci è mai stato chiesto di condividerle.

 

Grillo e Casaleggio sono però una coppia ben affiatata.
Certo. Però veda, in parte sbagliamo noi, ma in parte anche l’informazione si autoalimenta e alimenta questi cliché, invece bisognerebbe conoscerci meglio. Chi era in piazza San Giovanni a Roma e ha ascoltato quello che si diceva, ha visto una ricchezza di ideali impressionante. Anche Casaleggio ha parlato, ma da cittadino, non da un guru. Rimango allibito quando lo sento definire così.

 

Forse sono iniziative come le gite segrete che alimentano questi scenari…
Sono iniziative che fanno sorridere, rendetevi conto che forse Grillo vi vuol prende in giro. Che senso ha fare una gita fuori porta, mantenuta segreta fino all’ultimo, quando poi tutti i giornalisti si sono accodati dietro il pullman per la strada? Lo scopo era prendere un po’ in giro la stampa.

(Paolo Vites