Ecco come funziona il concetto di democrazia online secondo il Movimento 5 Stelle: i commenti che criticano le linee politiche o il pensiero di Grillo vengono sistematicamente rimossi, quelli che contengono minacce di morte ai nemici del grillismo o anche bestemmie e cose del genere rimangono online. A dire così è Andrea Guerrieri, fondatore e gestore del sito NoCensura (intervistato qualche mese fa anche durante il programma “Servizio pubblico”) che monitora sistematicamente e da molti mesi i commenti sul sito di Beppe Grillo. Sono gli stessi utenti, spiega Guerrieri, che hanno la possibilità di censurare i commenti postati: “E’ una squadra di ragazzini invasati che si sente investita di una sacra autorità e che sistematicamente censura tutto quello che critica il Movimento 5 Stelle, anche se espresso in modo rispettoso delle regole del sito”. Rispetto alle primarie online, Guerrieri ci spiega perché il sistema di voto del sito dell’M5S non offra alcuna garanzia di trasparenza e democrazia autentica.
Come nasce il sito da lei fondato? È dedicato esclusivamente a monitorare il sito di Beppe Grillo?
Sì, è dedicato esclusivamente a quello. È nato prima delle elezioni con l’obiettivo di dare quante più informazioni possibili ai sostenitori dei Grillini. Questo perché con i sistemi tradizionali, dato il volume così alto dei commenti, era impossibile tenere traccia di tutto. Giornalisticamente parlando, il boom del mio sito c’è stato dopo le elezioni, anche se la mia intenzione primaria era quella di metterlo offline dopo il voto. Adesso vado avanti con le donazioni perché c’è comunque richiesta di questo tipo di servizio.
Perché ha deciso di dedicarsi al monitoraggio del sito di Grillo? Lei ha la possibilità di rendere noti tutti i commenti che vengono censurati dal sito?
Ho deciso di farlo per fare controinformazione. Seguendo io stesso, per mio interesse personale, il blog di Grillo, ero rimasto colpito dalle lamentele di alcuni per la presunta cancellazione di alcuni commenti. Visto che non era possibile tenere traccia di tutto, ero curioso di capire se questa “censura” fosse vera e, se sì, quale tipo di commenti subissero la rimozione.
È mai stato contattato dai Grillini, l’hanno mai criticato, attaccato?
No, non sono mai stato contattato dallo staff, ma neanche dagli utenti: né insulti né critica. Credo che ciò sia avvenuto perché ho voluto tenere un profilo apolitico, senza mai esprimere mie opinioni e riportando solo i fatti. Quelli che io rendo pubblici sono fatti oggettivi che nessuno può attaccare.
Rispetto alle cosiddette “quirinarie”, le primarie online per decidere il candidato al Quirinale, cosa ne pensa del fatto che abbiano dovuto annullare il voto? Si è parlato di un attacco di hacker…
Probabilmente sono stati i giornali ad esagerare, con titoloni non esatti. Io ho letto il comunicato ufficiale della società che si è occupata della verifica del sito, e non parla di attacco di hacker. Parla soltanto di problemi tecnici. Non direi quindi che è stato un attacco di hacker. Anche la teoria che i risultati delle votazioni non piacevano a Beppe Grillo non ha senso, perché gli amministratori gestiscono la banca dati e se avessero voluto alterare i risulati sarebbe bastato dare un comando e i dati sarebbero stati alterati dall’interno. Non c’è bisogno di chiamare l’ente di verifica, semplicemente cambi i conteggi e fai vincere chi vuoi tu.
E allora cosa è successo?
Credo che il tutto sia da imputare ad un bug del software, che in particolari condizioni, magari di sovraccarico, non abbia registrato alcuni voti. Poi, per non fare brutta figura ammettendo che la loro piattaforma è potenzialmente bacata o non regge e dunque non è sicura, hanno tirato fuori questa storia degli hacker.
Tra l’altro, il loro sito era andato in tilt anche quando fecero le primarie per i candidati al Parlamento…
Il fatto è che quando si consulta un sito in lettura, scattano delle procedure per restituire i risultati in maniera rapida, mentre quando si va in scrittura, ossia si immettono dei dati da registrare come avviene durante una votazione, la banca dati viene molto stressata. Penso quindi che il Movimento 5 Stelle non abbia una piattaforma abbastanza potente per sostenere un elevato flusso di dati in scrittura contemporaneamente. Per fare questo infatti ci vogliono molte macchine e tanti soldi.
Lei ha affermato che, se lo vogliono, sono comunque in grado di alterare il risultato del voto online. C’è un esempio di votazione online che possa garantire sicurezza ed efficienza?
Tutti i sistemi di voto online con una banca dati interna sono manipolabili. Nessuno può mettere in dubbio la buona fede, ma anche l’amministratore della banca dati può alterarli: se uno riesce a corromperlo… Non c’è alcun modo di garantire la sicurezza del voto con un sistema tradizionale in cui c’è una banca dati di proprietà di qualcuno.
Dunque la democrazia online non esiste?
Un sistema sicuro ci sarebbe, anche in Italia. Da tempo abbiamo la posta elettronica certificata, la cosiddetta Pec, un sistema che in Italia è legalmente riconosciuto.
Come funziona, perché è sicuro?
C’è un server di terze parti che garantisce l’identità del mittente e la memorizzazione dei messaggi fino a dieci anni, quindi una verifica è sempre possibile. Quindi, con un sistema automatico che utilizza una casella di posta certificata e con gli utenti che inviano il proprio voto sempre utilizzando una Pec, si ha una traccia legalmente riconosciuta, rintracciabile, persistente nel tempo, in un sistema terzo in cui i voti possono venire scrutinati in maniera automatica. È l’unico sistema elettorale online simile a quello tradizionale del voto nelle urne, con una documentazione certa del voto. Sia le poste italiane che alcune società private sono accreditate per questo servizio: garantiscono la consegna e l’identità del mittente con protocolli certificati. Di lì non esci: i dati non possono essere manipolati in alcun modo.
Mentre nessuno può verificare la banca dati che usa il Movimento 5 Stelle?
È così. Se i Grillini vogliono essere davvero trasparenti, si devono affidare a un sistema esterno. Sono tantissimi i sistemi online non manipolabili dall’interno. Con il loro sistema, invece, si possono sempre mettere nomi fittizi, votare chi si vuole, per quante volte si vuole e altro ancora. E le prove del voto non ci saranno mai.
Torniamo ai commenti del blog. Lei avrà avuto modo di vedere bene di che tipo sono quelli che vengono censurati.
Certo. Ci sono state tre fasi. Fino ai primi di gennaio c’era la possibilità, da parte dell’utente, di segnalare i commenti inappropriati: dopo un tot di segnalazioni, il commento spariva. Poi Grillo ha tolto questa possibilità perché era uno strumento che si rivoltava contro di loro.
In che senso?
Perché c’erano dei troll che andavano sul sito e segnalavano anche i commenti buoni, quelli senza insulti o senza critiche, facendoli così eliminare. Poi per un mese e mezzo dopo le elezioni, fino al famoso post degli “schizzi di merda digitali”, la censura l’ha fatta direttamente lo staff del sito. Dopo quel post, è stato reintrodotto il sistema di censura da parte degli utenti e quindi ora sono ancora gli utenti che segnalano i commenti da censurare. Da quel giorno i commenti che rispecchiano le regole del sito, cioè autentica identità di chi scrive e niente insulti, ma che sono critici politicamente contro il Movimento, vengono costantemente rimossi da parte degli utenti. Non è colpa dello staff ma degli utenti del blog.
Fanno loro i guardiani, insomma.
Il sito è in mano a degli invasati, che hanno trovato un giochino con cui passare il tempo. Sono indottrinati contro chi critica il M5S e godono del potere di censurare il “nemico”. È uno strumento dato in mano a dei ragazzini invasati.
(Paolo Vites)