Le trattative, più o meno sotto banco, continuano. E, sulla scelta del Colle, è opinione comune che il candidato eletto dovrà ricevere il più ampio consenso possibile. Da parte di chi, tuttavia? Sappiamo che il Pd ha, in questo momento, più chance di chiunque di ottenere un nome a lui gradito. E al partito di Bersani, quindi, spetta di dover individuare una candidatura altrettanto o poco meno gradita al Pdl o all’M5S. Considerando che questi ultimi si escludono a vicenda. Il prossimo presidente della Repubblica, quindi, non sarà sicuramente votato da almeno uno dei tre principali partiti. Se il Pd decidesse di accontentare il Pdl, tra le ipotesi che circolano in questi giorni c’è quella di Marini, di Amato o di una riconferma di Napolitano. Nessuno di questi, ovviamente, sarebbe accettato dall’M5S il cui unico personaggio di area Pd votabile potrebbe essere l’ex premier Romano Prodi. Visto, ovviamente, come il fumo negli occhi da tutto il centrodestra berlusconiano. Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, la pensa così e spiega che «Non c’e bisogno delle “quirinarie” farsa dei grillini per capire che nessuno vuole Prodi al Quirinale. Come ha detto Berlusconi a Bari: “se Prodi diventa presidente della Repubblica andiamo tutti all’estero”!», ha spiegato, facendo presente che «Prodi è quello 69 tasse tra cui: Patrimoniale, Irap e un cambio euro-lira clamoroso che ancora tutti gli italiani stanno pagando»