Ormai è chiaro a tutti: Marini è stato tradito da chi si era impegnato a votarlo. Non è sufficiente la sottrazione dei voti di Sel, M5S, e renziani per spiegare il gap rispetto allo scarto dal quorum. Per cui, necessariamente, qualcuno, tra il Pd e il Pdl, deve aver fatto parte dei franchi tiratori. Abbiamo fatto luce sulla vicenda con Mauro Del Barba, senatore del Pd annoverabile proprio tra i renziani.



Secondo lei, cos’è accaduto? E’ indubbio che la politica è in lenta trasformazione; troppo lenta, fa fatica a tenere il passo con il Paese. E, solo all’ultimo, si è resa conto di quanto il Paese stia procedendo più speditamente.

Da dove provengono i voti mancanti? Dopo l’assemblea parecchio movimentata del nostro partito di questa notte, è evidente che molti provengano dalle nostre fila. C’è da domandarsi se, anche all’interno del Pdl, qualcuno si sia tirato indietro.



Perché Marini non è stato votato? Perché in molti si sono resi conto del fatto che non avrebbe corrisposto a quello che chiede il Paese.

Al Paese non va bene Marini? Non è una questione di nomi, ma di metodo. E, sin qui, è stato assunto un metodo connotato dall’opacità, mentre gli italiani vogliono trasparenza.

Ora come vi orienterete? Mi auguro che in seno al Pd si avvii quel confronto che, in passato, e mancato e che da tale confronto ne scaturisca un nome nuovo. Naturalmente, in questa operazione dovremo confrontarci anche con il Pdl.

In molti parlano di futura scissione del Pd. Il rischio c’è effettivamente?



Noi faremo di tutto perché questo non accada. C’è da augurarsi che l’incidente di oggi possa rappresenti un fattore per ripartire con un’identità più forte e per superare antiche divisioni.

Voi renziani avete un nome?

Siamo disponibili a votarne moltissimi. Fare un nome in questo momento precluderebbe alla possibilità di giungere ad uno condiviso. 

 

(Paolo Nessi)