Al quarto scrutinio, Pdl e Lega non saranno in Aula, per rimarcare la loro assoluta contrarietà alla candidatura di Prodi. Si tratterà della votazione in cui basteranno 504 voti per essere eletti al Quirinale. Considerando che il centrosinistra dispone di 496 grandi elettori, non dovrebbe essergli difficile, in teoria, chiudere la partita entro stasera. Solo in teoria. Anche per Marini non ci sarebbero dovuti essere problemi. Ma i franchi tiratori erano in agguato, e lo saranno anche questa volta. L’elezione dell’ex presidente del Consiglio è più a repentaglio di quanto possa sembrare. «E’ legittimo avere di dubbi», afferma, raggiunto da ilSussidiario.net, Luciano Ghelfi, cronista del TG2. «In Transatlantico, le voci che riguardano la possibilità che Prodi non ce la faccia circolano sempre più insistentemente. Il fatto è che, dopo la debacle di ieri, è ormai chiaro come non esista più alcun candidato del centrosinistra in grado di ricompattare l’intera coalizione. Qualunque nome sconterà una certa quota di “no”». Pure Prodi, quindi. «Ammesso che riesca nell’opera di riunificazione, non potrà mai allargare la base di consensi: dal punto di vista del Pdl è il peggior candidato, mentre Monti ha detto che è un nome divisivo. Pure Beppe Grillo, dal canto suo, ha fatto sapere che i grillini continueranno a votare Rodotà». L’ex presidente della Commissione europea potrebbe quindi essere archiviato. «Oltretutto, potrebbe ottenere solamente i voti di buona parte del centrosinistra, ma non farcela per 20-30 dissidenti». Resta da capire se, dopo la quarta votazione, il centrosinistra insisterà su di lui. «Dipende: se Prodi si fermerà a 20-30 voti dal traguardo, ovvero attorno a quota 480, probabilmente resterà in campo e, a quel punto, partirebbero le trattative con l’M5S per sbloccare situazione. Se, invece, i franchi tiratori fossero una cinquantina, anche la sua candidatura finirebbe bruciata». Che alternative rimangono? «La Cancellieri, sulla quale il Pdl sta pensando se far convergere i suoi voti, è indubbiamante un nome interessante. Tuttavia, il personaggio più accreditato se dovesse tramontare Prodi è Massimo D’Alema. Terrebbe unito buona parte del centrosinistra, ma avrebbe ottime possibilità di gettare un ponte nei confronti del centrodestra. E’ noto che Berlusconi, se deve scegliere tra Prodi e D’Alema sceglierebbe quest’ultimo». (Paolo Nessi)