Dopo il flop dell’ipotesi Romano prodi al Colle, almeno al termine della quarta votazione, il centrosinistra si interroga su quanto accaduto. Il Professore ha ottenuto 395 voti, mentre la coalizione di centrosinistra, in totale, può contare esattamente su cento preferenze in più. Queste, per qualche motivo che Bersani dovrà capire in fretta, sono confluite in gran parte su Stefano Rodotà, candidato al Quirinale dal Movimento 5 Stelle. Ecco infatti partire le prime accuse: esponenti di Sel puntano il dito contro una quarantina di deputati del Pd, colpevoli a loro giudizio di aver votato Rodotà “spacciandosi” per eletti del partito guidato da Vendola. “Quarantaquattro voti del Pd si sono spostati verso il candidato Rodotà – ha dichiarato la senatrice di Sel, Loredana De Petris -. E’ una vergogna, da questa mattina ci arrivavano telefonate di persone preoccupate che noi non avremmo votato Prodi, per questo ci eravamo allarmati”. Sulla stessa linea anche il capogruppo di Sel alla Camera, Gennaro Migliore: “I nostri voti erano segnati ‘R.Prodi’ e sono andati tutti a lui”. Mentre Bersani ha chiamato immediatamente a raccolta Franceschini e Letta per fare il punto della situazione, la staffilata finale è giunta da Matteo Renzi: “La candidatura di Prodi non c’è più”.