Pierluigi Bersani lascia: lo ha detto lui stesso ieri nel corso della notte più lunga e drammatica del Pd, una notte da cui non si sa come potrà uscire questo partito, se esisterà ancora dopo l’elezione del capo dello Stato. Oltre a lui infatti ha rassegnato le dimissioni anche il presidente del partito Rosy Bindi. Cento elettori del Pd hanno infatti disubbidito alla decisione, votata all’unanimità da loro stessi, di eleggere Romano Prodi facendo mancare il quorum. Un tradimento lo ha definito Bersani: uno su quattro ha tradito, questo per me è troppo. Il testo del suo annuncio è stato reso pubblico sul sito del Pd e anche su facebook: “Per me è troppo. Consegno all’assemblea le mie dimissioni. Operative da un minuto dopo l’elezioni del Presidente della Repubblica”. Bersani è impietoso con i suoi stessi colleghi di partito: “Abbiamo prodotto una vicenda di gravità assoluta, sono saltati meccanismi di responsabilità e solidarietà, una giornata drammaticamente peggiore di quella di ieri”. Romano Prodi, ha detto ancora, era uno dei fondatori dell’Ulivo, un ex presidente del consiglio che si trovava in Mali e noi lo abbiamo messo in queste condizioni. Non posso accettarlo, ha detto ancora. non posso accettare che il mio stesso partito stia impedendo la soluzione: questo è troppo. Come si vede parole davvero dure, che accusano un partito evidentemente diviso e a rischio di sbandamento totale. Lo dice lo stesso Bersani: qua ci sono pulsioni che vogliono distruggere il Pd. Per oggi annuncia che il partito voterà scheda bianca: “Nella situazione che si è creata bisogna riprendere contatti con altre forze politiche per impostare la soluzione per l’elezione del presidente della Repubblica”. Noi da soli non ce la facciamo, ha concluso. 



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