Mentre il vicesegretario del Pd Enrico Letta riceve da Giorgio Napolitano l’incarico di formare il nuovo governo, Beppe Grillo torna all’attacco. “A Roma si stanno dividendo le ossa e le poltrone della Seconda Repubblica”, scrive il leader M5S sul proprio blog, “nel frattempo l’economia non aspetta. Ogni minuto chiude un’impresa. Questo autunno potremmo raggiungere il punto di non ritorno”. Il Movimento 5 Stelle, fa sapere l’ex comico genovese, “ha nel suo programma due punti fondamentali: la solidarietà sociale, attraverso il reddito di cittadinanza, e le misure per le PMI. Il tessuto delle PMI si sta deteriorando come una grande tela di ragno i cui filamenti di seta si rompono uno a uno fino alla sua completa distruzione. Senza questa tela l’Italia è spacciata”. Troppi imprenditori “sono alla canna del gas e ci guardano come se fossimo la loro ultima possibilità di salvezza. La politica finora seguita dal governo è stata l’aumento delle tasse su privati, imprese, consumi. Un’impostazione suicida che sta trasformando il Paese in un deserto e che ha come obiettivo di mantenere inalterati i privilegi, gli sprechi e i costi della politica e di porre al vertice della piramide le banche e la finanza al posto della produzione”. Ecco dunque le proposte di legge che il M5S si appresta a presentare in Parlamento: al primo punto c’è l’abolizione dell’Irap, “un’assurda tassa sull’occupazione. Più un’impresa assume, più si indebita per crescere, più è tassata. L’IRAP va ridotta gradualmente a partire dal 2013, per essere annullata entro il 2014”. Al secondo punto c’è il “pagamento dell’IVA solo a incasso avvenuto. L’IVA va pagata allo Stato quando incassata (questo oltre a sospendere l’incremento dell’IVA prevista dal primo luglio). Il pagamento dell’IVA quando incassata non produrrà differenze di gettito sostanziali, ma uno spostamento del gettito”. Infine Grillo torna sullo sblocco immediato dei circa 120 miliardi di euro dovuti dallo Stato e dagli Enti alle imprese, “anche attraverso l’anticipo e lo sconto in pro-soluto presso la Cassa Depositi e Prestiti o presso le banche (gli interessi saranno a carico dell’Ente debitore e non a carico dell’impresa). La misura include anche che i pagamenti, fra Stato, Enti e privati, non dovranno mai superare i 60 giorni, con l’automatico riconoscimento, in caso di ritardo, di interessi dell’8% più tasso BCE o di altri costi documentati causati dal ritardo”.



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