Giorgio Napolitano ha convocato al Quirinale Enrico Letta per le 12.30. La chiamata al Colle del vicesegretario del Partito Democratico sembra dunque confermare le insistenti voci di queste ore secondo cui sarà proprio lui a ricevere dal presidente della Repubblica l’incarico per la formazione del prossimo governo, a quasi due mesi dalle elezioni. In attesa di scoprire la decisione del Capo dello Stato, cominciano ad arrivare i primi consensi: “Noi avevamo indicato sia Giuliano Amato che Enrico Letta”, spiega Renato Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera. “La preferenza di Berlusconi era indicare la persona più qualificata e apprezzata da Napolitano, Berlusconi aveva rimesso nelle mani del capo di Stato il giudizio finale”. Dall’altra parte arriva invece il giudizio del responsabile politico del Pd, Stefano Fassina, il quale ha spiegato che la delegazione che ieri ha incontrato Napolitano ha preferito non fare nomi per “evitare di costituire intralci rispetto a un lavoro delicato. Comunque l’ipotesi Letta è forte, potrebbe essere una soluzione di equilibrio”. L’unico a chiedere chiarezza è Angelino Alfano, il quale annuncia di voler evitare “un nuovo caso Marini. Non daremo il sostegno a uno di loro cui loro non daranno un sostegno reale, visibile”. “Se si tratta di un governicchio qualsiasi, semibalneare, lo faccia chi vuole, ma noi non ci stiamo”, ha spiegato il segretario del Pdl, secondo cui “è desolante la lettura, sui giornali di questa mattina, delle dichiarazioni di numerosissimi esponenti del Partito Democratico. Un florilegio di attacchi al Popolo della Libertà, al suo leader e alla storia del nostro partito, unito a organigrammi, nomi, poltrone e cadreghe varie”.