Il Partito Democratico, salito ieri sera al Colle per il colloquio con Giorgio Napolitano, ha preferito non indicare alcun nome al presidente della Repubblica “per non essere d’intralcio”. A dirlo, durante un’intervista a Radio Capital, è il responsabile politico del partito Stefano Fassina, secondo cui “non spetta al singolo partito fare nomi, visto che non andiamo a costituire un governo di una sola coalizione”. “Avevamo soluzioni interne di grande qualità – aggiunge Fassina – ma abbiamo preferito evitare di costituire intralci rispetto al lavoro” del Capo dello Stato “che è molto delicato”. Lo stesso Fassina, in un comunicato pubblicato di recente sul sito del Pd, ha voluto precisare quanto avvenuto ieri durante la direzione nazionale: “Contrariamente a quanto riportato da alcuni quotidiani, il sottoscritto ha votato a favore dell’ordine del giorno approvato ieri dalla Direzione Nazionale del Partito Democratico nel quale si è dato mandato alla nostra delegazione per il pieno sostegno al tentativo del Presidente della Repubblica di giungere alla formazione del governo”. “Come ho sottolineato nell’intervento svolto in Direzione, sono convinto, infatti, che ora la sfida per il Pd sia sul terreno delle risposte che il governo in via di formazione deve dare alle emergenze economiche e sociali del Paese”, spiega Fassina. “Innanzitutto, il finanziamento della cassa integrazione in deroga, la soluzione alla drammatica situazione degli esodati, la cancellazione dell’aumento dell’Iva, la proroga dei contratti a termine in scadenza nelle pubbliche amministrazioni, la revisione dell’Imu, l’allentamento del Patto di Stabilità Interno. Soltanto la realizzazione di interventi utili a migliorare la condizioni di vita delle persone possono ricostruire credibilità della politica e delle istituzioni”.