Enrico Letta ha incontrato la stampa a conclusione della sua giornata di incontri con le forze politiche per sondare la possibilità di formare un governo. Ha spiegato ancora i tre grandi temi che caratterizzano la sua azione: l’emergenza economica, far ripartire l’economia e allo stesso tempo la riforma della politica e poi l’Europa. Una linea di cambiamento delle politiche europee verso crescita e maggiore unione politica e che debba trovare l’Italia protagonista. Se diventerà presidente, ha detto, sarà cuore della sua azione una Europa unita e orientata alla crescita. Non si nasconde le difficoltà che ci sono, ma ha ottenuto tutte le indicazioni di cui aveva bisogno. Domani sarà giornata di riflessione, ha concluso, cercando di portare a sintesi il lavoro di oggi avendo contatti continui con il capo dello Stato. Sabato poi salirà al Quirinale. 
 – È terminato l’incontro tra il presidente incaricato Enrico Letta e la delegazione del Movimento Cinque Stelle, trasmesso anche in diretta streaming. Il vicesegretario del Pd ha fin da subito chiarito le priorità del governo che si sta tentando di creare, vale a dire emergenza economica, politica e nuova Europa. Quello che Letta immagina è un “governo snello e sobrio”, composto da persone in grado di “accendere la macchina del singolo ministero immediatamente, persone in grado di non fare scuola guida” e capaci di unire “esperienza e competenza”. Secondo il presidente incaricato gli ammortizzatori sociali sono oramai strumenti vecchi, “sono stati fondamentali nel momento della crisi ed é evidente che se ci fosse la possibilità di un governo con un respiro temporale più lungo, potremmo non solo affrontare l’emergenza con il rifinanziamento della Cig, ma anche ripensare gli strumenti e renderli più universali perché oggi sono troppo parziali”. L’ulteriore tema su cui è stato incentrato l’incontro é quello di una nuova Europa: “C’é un clima che può consentirlo – ha detto Letta – se il governo dell’Italia diventa capofila di questa scelta di cambiamento. C’é bisogno di una Europa diversa rispetto a quanto visto in questi anni, sul tema della crescita e dello sviluppo, di un welfare in grado di reggere le differenze e i cambiamenti demografici, di una Europa che venga percepita non come un ostacolo ma come opportunità”. “Sarò presidente del Consiglio che rispetterà il Parlamento”, ha aggiunto Letta, e lo stesso Parlamento “può essere elemento migliorativo dei provvedimenti. Se la vostra indisponibilità a mescolare vostri voti continua sarebbe un grave problema”. Immediata la risposta dei delegati M5S: “Le dinamiche che hanno portato alla situazione di oggi in cui ci troviamo con lei dall’altra parte del tavolo dopo Bersani non sono il frutto di una incomunicabilità da parte nostra, ma del congelamento cui è stato sottoposto il Parlamento in questi 50 giorni. Noi avevamo chiesto dall’inizio di iniziare almeno a lavorare, per vedere dei fatti”, ha detto Vito Crimi, capogruppo M5S al Senato. “Ancora adesso – ha aggiunto – non vediamo un vero cambiamento. Non c’è l’ipotesi di squadra di governo di alto profilo e scollegata dalle logiche portate avanti fino ad adesso. Serve un governo il più possibile al di sopra delle parti, non politico”.Ovviamente sulla stessa linea anche Roberta Lombardi, capogruppo M5S alla Camera: “L’emergenza economica è sotto gli occhi di tutti, ma il vero punto è la credibilità della politica, della rottura con il passato, e quindi ci aspettiamo nomi di altissimo profilo”, ha detto.



È iniziato l’incontro tra il presidente incaricato Enrico Letta e la delegazione del Movimento 5 Stelle, trasmesso in diretta streaming come richiesto da Vito Crimi e Roberta Lombardi. “Sono tre i grandi obiettivi politici e programmatici che mi pongo: dare una risposta alla grane emergenza economica e sociale, la riforma della politica e nuova Europa”, ha spiegato Letta, aggiungendo che il suo governo si occuperà fin da subito della riforma della politica e “con tempi certi”.



E’ finalmente terminato il colloquio tra il presidente incaricato Enrico Letta e la delegazione del Popolo della Libertà composta da Angelino Alfano, Renato Schifani, Renato Brunetta e Denis Verdini. Presa la parola al termine della consultazione, il segretario del Pdl ha parlato di “un lungo incontro affrontato da noi con spirito costruttivo per il bene dell’Italia. Lo stesso spirito lo abbiamo riscontrato nell’approccio di Enrico Letta e siamo quindi soddisfatti dell’incontro avuto”. Tutto questo, ha quindi aggiunto Alfano, “lo si deve a Giorgio Napolitano che ha permesso di sbloccare la situazione”. Si passa dunque a parlare dei temi trattati durante l’incontro durato oltre un’ora e mezza: “La nostra linea è conosciuta”, ha detto Alfano. “Noi non facciamo un problema di poltrone, a noi interessa il bene dell’Italia e abbiamo impostato la discussione con Letta solo sull’emergenza”. L’emergenza, sottolinea il segretario Pdl, “è la sofferenza di milioni di famiglie italiane, le attività commerciali e le imprese che chiudono. Ogni azione del governo deve essere mirata affinché l’Italia possa rialzarsi”. Il programma di governo deve però contenere “le nostre otto azioni programmatiche: l’Imu da restituire e da eliminare, la detassazione delle assunzioni dei giovani, la sburocratizzazione delle attività imprenditoriali in fase di nascita. E ancora i poteri di Equitalia. Abbiamo trovato apertura da parte di Enrico Letta. Ci sono però alcuni nodi ancora da sciogliere”. La rotta è tracciata, conclude Alfano, secondo cui bisogna “mettere al centro la crisi economica”.



Uno dei maggiori temi su cui stanno vertendo le consultazioni tra Enrico Letta e le varie forze politiche sembra essere l’abolizione dell’Imu, argomento chiave in vista della formazione del nuovo governo. In particolare, il Pdl starebbe insistendo per inserire nel programma del’esecutivo che si andrà a formare i suoi otto punti programmatici: tra questi, appare irrinunciabile quello legato alla cancellazione dell’imposta sulla prima casa promessa da Berlusconi in campagna elettorale. Come ha detto il portavoce del partito, Daniele Capezzone, “ci vuole una svolta su fisco ed economia. Un alleggerimento fiscale per gli italiani è urgente e irrinunciabile. In campagna elettorale, abbiamo chiesto per le famiglie l’abolizione e il rimborso dell’Imu, e per le imprese la riduzione e l’abolizione in 5 anni dell’Irap”. Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia ha invece fatto sapere che Letta ha “preso buona nota della nostra proposta sull’Imu” che prevede il “rimborso” della tassa attraverso l’emissione di titoli di Stato. Non tutti, però, sembrano concordare sull’abolizione dell’Imu: “Possiamo proporre già da oggi una forte riduzione dell’Imu sulla prima casa per i ceti medi e medio bassi, ma la cancellazione complessiva sarebbe un problema per ragioni di copertura. Se ci sono risorse meglio utilizzarle per dare respiro al mercato del lavoro”, ha fatto sapere Andrea Olivero, portavoce di Scelta Civica.

E’ ancora in corso l’incontro tra il premier incaricato Enrico Letta e la delegazione del Popolo della Libertà, composta dal segretario Angelino Alfano, dai capigruppo Renato Schifani e Renato Brunetta, oltre a Denis Verdini. Il colloquio, previsto inizialmente alle 16, è slittato di circa 40 minuti. Silvio Berlusconi, attualmente negli Usa, dovrebbe fare rientro domani mattina. Non è quindi escluso che nella serata di domani il Cavaliere possa incontrare il premier incaricato. I rappresentanti del Movimento di Beppe Grillo, invece, saranno gli ultimi a parlare con Letta, oggi pomeriggio verso le ore 18. Inoltre, secondo la tradizione grillina, è stato chiesto che l’incontro venga trasmesso in diretta streaming (clicca qui per seguirla) condizione accettata dallo stesso Letta.

La Lega non farà parte del governo Letta. Ad annunciarlo è il segretario del Carroccio, Roberto Maroni, al termine delle consultazioni con il presidente incaricato. “Non entreremo nel governo, non siamo interessati a farlo, abbiamo dato a Letta la nostra agenda, che è l’agenda del Nord: attendiamo di sapere se questi punti saranno quelli del programma di governo, in caso contrario staremo all’opposizione, una opposizione concreta, non ideologica e con un rapporto dialettico che punta a risolvere i problemi”, ha dichiarato Maroni. I tre punti irrinunciabili per la Lega sono la cosiddetta Euroregoione del Nord, la trattenuta a livello regionale del 75% delle tasse pagate dai cittadini e dalle imprese dell’Euroregione per investire nello sviluppo e il superamento dello Stato centralista. Infine Maroni ha spiegato che la Lega è comunque soddisfatta per l’incarico affidato a Letta perché questo “non è stato dato alle persone su cui avevamo una netta e totale pregiudiziale. La nascita di un governo è l’unico modo per risolvere i problemi: delle imprese che chiudono, del lavoro che manca e delle famiglie non arrivano a fine mese”.

E’ in questi minuti a colloquio con il premier incaricato Enrico Letta la delegazione della Lega Nord, l’ultima prevista per questa mattina. Si riprenderà nel pomeriggio, alle 16, quando avrà luogo l’incontro con il Pdl, seguito da quello con il Pd e infine con i rappresentanti del Movimento 5 Stelle. Intanto, ai microfoni di Radio 24, è recentemente intervenuto il senatore del Pd Corradino Mineo: “Se ci fosse una squadra decente, cioè senza provocazioni esplicite, darei la fiducia a un governo presieduto da Enrico Letta”, ha spiegato Mineo, che poi aggiunge. “Leggo di Schifani alla Giustizia o all’Interno. Non possiamo votarlo. Poi immaginate la Gelmini all’Istruzione: cosa succederebbe a ragazzi, insegnanti, precari che hanno fatto della contestazione alla Gelmini l’elemento fondamentale?”.

Attraverso le parole del portavoce Andrea Olivero, Scelta Civica ha confermato la propria “piena disponibilità al presidente del Consiglio incaricato per far nascere il governo, abbiamo valutato con lui le grandi e serie difficoltà che ci sono”. Secondo Olivero, infatti, Letta andrà a formare la futura squadra di governo “attorno a un programma serio che non faccia sconti a nessuno, a partire dal programma dei saggi e per affrontare le singole specifiche questioni. La compagine di governo sarà costruita per rendere efficace e possibile l’attuazione di quel programma siamo convinti che quello sia il metodo giusto”.

“Abbiamo ribadito l’intenzione di non dare la fiducia” al governo perché “non crediamo nella fusione a freddo e abbiamo il dubbio che sarà una riedizione del governo Monti”, ha detto il cofondatore di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto, al termine del colloquio con Enrico Letta. “Ciononostante – ha aggiunto – abbiamo esposto la nostra disponibilità alla collaborazione sui temi che fanno parte del nostro programma, a cominciare dal lavoro, e che risolvano i problemi del Paese”. Sulla stessa linea anche Giorgia Meloni: “Crediamo che la più grande discontinuità che si può rappresentare è la capacità di mettere gli interessi dell’Italia davanti a tutto. Non crediamo che un governo che mette insieme storie e persone diverse possa dare all’Italia le risposte di cui ha bisogno ma se ci saranno provvedimenti condivisibili noi li voteremo”, ha detto ai microfoni di Tgcom24. “Ho trovato Letta preoccupato per la situazione generale in cui si trova ad operare. Bisogna tentare, alla fine questo governo nascerà, e noi saremo una leale opposizione. Oggi l’Italia ah bisogno soprattutto di responsabilità”.

“Io e l’amministrazione fiorentina saremo al suo fianco per mettere fine a una delle pagine più brutte inconcludenti della nostra storia”. A dirlo, riferendosi ovviamente al premier incaricato Enrico Letta, è il sindaco di Firenze Matteo Renzi durante la celebrazione in Palazzo Vecchio della Festa della Liberazione. “Ora arriva il momento nel quale gli auspici devono diventare realtà”, ha aggiunto Renzi. “Chi ha il coraggio delle proprie azioni deve arrivare in fondo, non deve disertare”.

Iniziate le consultazioni, arrivano i primi commenti. La posizione del Pdl è chiara: “Abbiamo individuato otto punti. Ci attendiamo una condivisione programmatica che è la premessa a qualsiasi altra vicenda”, spiega Maurizio Gasparri a Tgcom24. “Il Pd ha già espresso il Presidente di Camera e Senato, ora anche Letta in qualità di premier incaricato. Noi non facciamo questione di posti ma di contenuti. Tuttavia, anche se ci fosse una convergenza, non si possono accettare preclusioni. Cosa dovremmo fare, gli spettatori e applaudire dalla tribuna? Non chiediamo nulla ma non accettiamo imposizioni. Non vedo molto spazio per tecnici rivelatisi poco capaci né pregiudiziali su eventuali nomi che potremmo fare noi. Non c’è una patente di decenza che possa essere rilasciata”. Più rilassata la posizione di Silvio Berlusconi: “Letta? Poco importa chi guiderà questo governo, importante che ci siano un governo e un Parlamento per approvare provvedimenti urgenti; sono molto preoccupato ma, essendo ottimista di natura, continuo ad essere fiducioso e a combattere”, dice il Cavaliere a Tgcom24.

Enrico Letta ha avviato questa mattina le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Uno dei primi a parlare dopo il colloquio è stato Riccardo Nencini (Psi), il quale ha indicato le priorità su cui dovrebbe lavorare fin da subito l’esecutivo guidato dal vicesegretario del Pd, vale a dire i provvedimenti economici e la riforma delle istituzioni, con taglio di province e comunità montane e la riduzione dei Comuni, oltre ad una riforma del bicameralismo. A seguire, invece, per il Gruppo Misto, il presidente Pino Pisicchio (Centro democratico) ha confermato la “totale adesione all’impianto programmatico esposto da Enrico Letta, che mette al centro occupazione, sostegno alle imprese e rinnovamento della politica. Naturalmente il quadro programmatico è da noi totalmente condiviso. Abbiamo espresso la nostra attenzione ad una proposta che sia di altissimo profilo in termini di competenza e che rispecchi la maggioranza parlamentare che sosterrà questo governo. Ci aspettiamo dalle forze politiche una risposta coerente al discorso del Capo dello Stato. Ci aspettiamo quindi un esito coerente con l’impegno di Enrico Letta, una personalità capace di dare risposte di governo all’altezza del bisogno del Paese”. Il premier incaricato sarà impegnato fino a sera: alle 11.45 inizieranno i colloqui con la delegazione di Scelta Civica e alle 13 con quella della Lega. Si riprende quindi nel pomeriggio, alle 16, quando avverrà l’incontro con il Pdl, seguito da quello con il Pd. A sorpresa gli ultimi ad arrivare saranno i rappresentanti del Movimento 5 Stelle. Poi, concluse le consultazioni, Letta potrebbe sciogliere, in caso di successo, la riserva con cui ha accettato l’incarico sabato scorso e salire al Colle per illustrare al presidente della Repubblica la lista dei ministri. Nonostante l’ottimismo per la decisione di Napolitano di affidare l’incarico a Enrico Letta, l’editorialista del Corriere della Sera, Angelo Panebianco (clicca qui per leggere l’intervista) si dice scettico riguardo la forza del futuro governo: “Le premesse indicano il contrario. Il governo potrà essere forte esclusivamente nel caso in cui Napolitano riesca a tenere la barra. Si tenga conto del fatto che Amato sarebbe tornato utile al capo dello Stato proprio perché ne avrebbe alleviato i compiti, disponendo di grande autorevolezza da spendere in sede europea”. Letta, aggiunge Panebianco, “indubbiamente ha il vantaggio dell’età. Sconta, tuttavia, il fatto di appartenere a quel gruppo dirigente dilaniato da lotte intestine. Significa che ha molti nemici interni che avranno contro di lui ragioni che non avrebbero avuto contro Amato. Il quale, ormai, non è più in gara per chissà quale futuro politico”. Più rosea la visione di Maurizio Sacconi del Pdl (clicca qui per leggere l’intervista), secondo cui l’esecutivo che andrà a formarsi “dovrà avere l’ambizione di accompagnare la società italiana verso la crescita, creando le condizioni di contesto affinché si possa determinare una diffusa propensione a generare lavoro e occupazione”. Nessun gioco di veti, quindi, ma una squadra composta “da persone competenti e allo stesso tempo rappresentative dei partiti”, spiega Sacconi, “tali da esprimere le convinzioni dei partiti mobilitandoli per il bene comune. Mi auguro quindi che possa esserci una richiesta reciproca della più intensa rappresentatività”. Chiaro il giudizio di Alessandro Banfi, intervenuto oggi su queste colonne (clicca qui per leggere l’articolo): la partita di Enrico Letta si gioca interamente sul “rinnovamento nella democrazia. Se il Palazzo si trincera nei suoi privilegi, attorno al vecchio Presidente, e non si rende conto che deve rinunciare alla sua non più riconosciuta superiorità, tagliare i costi della politica, riformare la legge elettorale, trovare una nuova forma di mediazione con il popolo, può arrivare davvero ad una liquidazione finale. Rischia infatti l’approdo ad una bancarotta morale, non solo economica”. Infine il commento di Roberto Formigoni (clicca qui per l’intervista), il quale avverte: “In un momento del genere non è pensabile mettere davanti l’interesse di partito. Questo governo deve durare e, nonostante l’importanza della coalizione, preferiamo collabore con altre forze con l’obiettivo di mettere in piedi una riforma elettorale più rispettosa del volere dei cittadini. Attenzione però, perché queste mie parole valgono solo se il governo si farà davvero: di fronte a un governo a bassa caratura politica, un governo a cui il Pd presta qualche uomo ma da cui si riserva di star fuori, allora è chiaro che sarà necessario andare subito al voto”.