Una volta accettato con riserva l’incarico ricevuto da Giorgio Napolitano di formare il nuovo governo, Enrico Letta promette fin da subito massimo impegno, annunciando che avvierà le consultazioni già a partire da questa mattina. Il vicesegretario del Pd però chiarisce: “Questo governo non nascerà a tutti i costi, ma solo se ci saranno le condizioni”. L’atteggiamento dei democratici, però, soprattutto dopo la bufera scatenatasi all’interno del partito, non convince a fondo il Pdl: “Abbiamo la netta impressione che il Pd un governo forte non voglia farlo”, ha dichiarato Angelino Alfano. “È bene chiarire al Pd che per noi non ci sarà un nuovo caso Marini, non daremo il sostegno a uno di loro cui loro non daranno un sostegno reale, visibile, con nomi che rendano evidente questo sostegno e con un programma fiscale chiarissimo ed inequivocabile”. Il Pdl, quindi, ribadisce che “o il governo è forte, politico, duraturo e capace di affrontare la crisi economica oppure, se si tratta di un governicchio qualsiasi, semibalneare, lo faccia chi vuole, ma noi non ci stiamo”. IlSussidiario.net analizza l’attuale situazione politica con il senatore del Pdl, Roberto Formigoni, secondo cui il presidente Napolitano, affidando l’incarico a Enrico Letta, “ha proceduto in maniera del tutto autonoma, tenendo anche conto delle condizioni generali, e quindi facendo ricadere la scelta su una persona che a suo giudizio troverà meno ostacoli nel difficilissimo compito di formare il governo”.



Cosa pensa di Letta?

Era ovvio che sarebbe stato scelto un esponente del Partito democratico, lo schieramento che, seppur di un soffio, è arrivato primo alle elezioni. Credo però che, al di là della persona, sia necessario considerare l’aspetto primario dell’intera vicenda.

Quale?

Il presidente Napolitano ha detto con estrema chiarezza che dovrà essere formato un governo che possa godere di una evidente maggioranza in entrambi i rami del Parlamento, sottolineando quindi la necessità di un governo composto esclusivamente da appartenenti alle varie forze politiche che lo sosterranno.



Crede che sarà veramente un governo politico?

Come ha già detto Napolitano nel discorso di insediamento, i partiti sono chiamati ad assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, quindi non ci sarà e non potrà mai esserci un governo tecnico dietro cui nascondersi. Questa precisazione del Capo dello Stato, inoltre, coincide perfettamente con la nostra posizione: il Pdl chiede infatti un governo politico in cui le varie forze facciano un’alleanza chiara per affrontare immediatamente ogni emergenza del Paese attraverso un programma comune di salvezza nazionale.

Quali sono le riforme prioritarie?



Innanzitutto i provvedimenti legati all’economia. C’è un Paese in condizioni drammatiche, in cui la sofferenza delle persone, delle famiglie e delle aziende ha ormai raggiunto livelli estremi. Servono dunque impegni chiarissimi per rilanciare l’occupazione, per dare respiro alle aziende e per abbassare la pressione fiscale. Queste sono le misure da attuare subito, nei primi quindici giorni di governo, dopo di che è chiaro che nel medio periodo andranno affrontate altre riforme come quella del Parlamento, il superamento del bicameralismo paritario perfetto, la diminuzione del numero dei parlamentari e quella elettorale.

In che modo si potrà arrivare alla modifica della legge elettorale? 

Sono dell’idea che proprio tutte le vicende legate all’elezione del presidente della Repubblica abbiano chiarito che il popolo italiano vuole eleggere direttamente il Capo dello Stato. Attorno all’introduzione di un’elezione diretta, quindi, si può ragionare su una adeguata riforma elettorale.

 

Di che tipo?

Il Pdl, per esempio, è disposto a considerare il doppio turno di collegio, magari con un premio di maggioranza nazionale, purché affiancato all’elezione diretta del presidente della Repubblica. Nei mesi scorsi sono state delineate diverse soluzioni, anche se poi non si è approdati ad alcun accordo, e altre ancora sono state invece indicate dai “saggi”: non sarà facile, ma se ci sarà la volontà di trovare un’intesa si potrà arrivare in breve tempo a una nuova legge elettorale.

 

Eppure, secondo recenti sondaggi, se si tornasse a breve alle urne con il Porcellum il Pdl ne trarrebbe solo vantaggi…  

E’ verissimo e lo sappiamo bene, ma in un momento del genere non è pensabile mettere davanti l’interesse di partito. Questo governo deve durare e, nonostante l’importanza della coalizione, preferiamo collabore con altre forze con l’obiettivo di mettere in piedi una riforma elettorale più rispettosa del volere dei cittadini. Attenzione però, perché queste mie parole valgono solo se il governo si farà davvero: di fronte a un governo a bassa caratura politica, un governo a cui il Pd presta qualche uomo ma da cui si riserva di star fuori, allora è chiaro che sarà necessario andare subito al voto.

 

Quanto si terrà conto del lavoro dei “saggi”?

Lo stesso Napolitano ha espresso un notevole apprezzamento nei confronti del loro lavoro. Per quanto riguarda il campo dell’economia, il documento delinea molti provvedimenti già largamente condivisi dalle forze politiche, mentre nel campo delle riforme costituzionali individua alcuni obiettivi comuni e altri su cui ancora sarà necessario lavorare. Il materiale dei saggi verrà senza dubbio preso in considerazione, ma non rappresenta di certo il programma del governo che andrà scritto in questi giorni con il contributo dei partiti.

 

L’abolizione dell’Imu è ancora tra i punti di programma?

Certamente come Pdl chiederemo che nel programma vengano inseriti alcuni di quei punti che hanno caratterizzato la nostra campagna elettorale. Tra questi compaiono senza dubbio l’abolizione dell’Imu, la riduzione della pressione fiscale su famiglie e aziende e la possibilità per queste ultime di assumere nuovi dipendenti senza pagare i contributi. Questi sono i punti per noi assolutamente irrinunciabili.

 

Si è fatto qualche idea sulla squadra di governo? Quali saranno i ministeri “chiave”? 

Per quanto la squadra è ancora troppo presto per ipotizzare dei nomi. Si parla di un esecutivo con un numero di ministri limitato, quindi è chiaro che in questo momento, oltre al presidente del Consiglio e al vicepresidente, saranno centrali i ministeri dell’Economia, degli Esteri, dell’Interno e dello Sviluppo economico. Come detto, però, il Pdl non ha pretese fuori luogo né creerà ostacoli in tal senso. La cosa più importante è che ognuno dia il proprio contributo.

 

Cosa pensa dell’attuale situazione del Pd?

Il Pd deve assolutamente dimostrare di essere un partito affidabile. Noi lo attendiamo alla prova di ciò che verrà detto una volta formato il governo e soprattutto a quella del voto di fiducia, su cui dovrà esserci chiarezza estrema. Ci aspettiamo che tutto il Pd, o comunque la stragrande maggioranza di esso, appoggerà il prossimo governo, perché non siamo disposti ad accettare giochetti di alcun tipo.

 

(Claudio Perlini)